Dopo aver trascorso dieci giorni in Serbia, innamorandomi ben presto della sua storia e delle sue bellezze (ed aver visto l’Italia sconfitta ai rigori dalla Germania in un bar all’aperto di Niš, dove tutti tifavano per gli Azzurri), era giunto il momento di cambiar paese.
La Romania e l’ospedale pediatrico Marie Curie di Bucharest mi attendevano.
Per arrivarci, tuttavia, scelsi di attraversare un’altra terra.
Con mia grande sorpresa, una terra dove già mi vidi costretto ad imparare a leggere l’alfabeto cirillico: la Bulgaria.
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5 Luglio, Dimitrovgrad (confine Serbia – Bulgaria) | Giorno 34 🇷🇸 – 🇧🇬
Qualcuno, forse sospettoso, mi ha chiesto “Perché non posti mai foto di te in bici?”
In effetti le ragioni sono sostanzialmente due:
1) finora non ho pedalato per migliaia di km. Ho tempo, ma è vero che sto prendendo spesso altri mezzi di trasporto per facilitare gli spostamenti (del resto proprio per questo ho scelto una bicicletta pieghevole);
2) perché fondamentalmente sono inguardabile quando sono in sella. Soprattutto quando picchia il sole.
PS: sì, sono arrivato nella quinta capitale di questo viaggio.
Sono arrivato a Sofia. In bicicletta.

VIDEO
Vento e steppa Bulgara.
6 Luglio, Monastero di Rila| Giorno 35 🇧🇬
Scoprendo un certo tipo di energia nuova, presso il Monastero di Rila.

7 Luglio, Sofia | Giorno 36 🇧🇬
Non era previsto che la visitassi.
Il pomeriggio in cui vi sono entrato, il suo traffico sregolato ha cercato di tagliarmi la strada almeno tre volte.
Un suo ostello mi ha accolto con una camerata da 20 letti, musica ambient e decine di nazionalità.
Dovevo andarmene il mattino successivo, e invece ci sono rimasto due notti.
Mi ha regalato la visita ad un monastero incredibile ed una mezza infatuazione, tanto inattesa quanto non corrisposta.
Vi ho incontrato vecchi e nuovi amici.
Mi ha fatto provare euforia estrema, scoramento, paralisi mentale e pace interiore.
Nel giro di due tramonti, mi ha cambiato.
A mezzanotte la lascerò, sopra un autobus notturno, felice di esserci stato.
Questa, la mia Sofia.

COME NASCE UN PROGETTO
“Vieri, tieni sempre a mente una cosa. Quando arrivi a 94 anni, o comunque alla fine della tua vita, non ti ricordi niente di tutto quello che hai ricevuto.
E sai che cosa invece ricordi benissimo?
Tutto quello che hai dato.”
Fu mio nonno paterno a dirmi queste parole, poco più di un anno e mezzo fa e poco prima di andarsene.
Da allora mi sono trovato spesso a recuperarle. A rifletterci sopra. E così è stato anche quando maturai, a Gennaio, la decisione di ripartire per questo lungo viaggio.
Che cosa avrei potuto fare – mi domandai – in maniera che questa avventura non rimanesse qualcosa per me solamente?
Avrei davvero potuto trovare un modo per dare qualcosa agli altri?
Post completo: QUI

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STATISTICHE BULGARIA
KM in BICICLETTA: 83
KM in AUTOBUS: 250
NOTTI in OSTELLO: 3
NOTTI in OSPITALITÀ: 0
SPESE: 97 €
CURIOSITÀ
MONETA: Lev
“BUONGIORNO”: “Dobro Utro”
“GRAZIE”: “Blagodarija”
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9 Luglio, Bucharest (Romania) | Giorno 38 🇷🇴
Ieri, grazie a Enona Chiriac dell’associazione Inima Copiilor, ho visitato l’ospedale infantile Marie Curie di Bucharest, dove la onlus Bambini Cardiopatici nel Mondo – A.I.C.I. Onlus presta il suo servizio da oltre 3 anni.
Sono entrato in contatto, per la prima volta, con una realtà dura e meravigliosa allo stesso tempo, che dona speranza a centinaia di bambini rumeni ogni anno.
Quanto prima – dovrà essere un post prodotto con criterio – vi racconterò quello che ho avuto modo di vedere e di conoscere.
Merita l’attenzione, e per quanto possibile anche l’aiuto, di tutti noi.
Potrà sembrare banale, ma per il piccolo Christian e diversi altri bambini non lo è assolutamente.
Qualche giorno dopo scrissi il Post: “IL SOGNO (POSSIBILE) DI UN BAMBINO DI NOME ADI“

10 Luglio, Sibiu (Romania) | Giorno 39 🇷🇴
Diverse persone ritengono che la parte più bella del viaggiare sia la gente che si incontra. Ed io sono senz’altro fra queste.
Sulla tratta Bucharest – Sibiu ho conosciuto Tom.
Eravamo per caso in fila uno dietro l’altro per comprare il medesimo biglietto. Ci siamo ritrovati, sempre per caso, uno a fianco all’altro anche sul treno, e abbiamo parlato per 8 ore filate (i treni vanno lenti, da queste parti).
Tom è un americano di San Diego che da 25 anni lavora come preparatore per le giovanili dell’Austria Vienna. Psicologo fino ai 45 anni, ha poi deciso di cambiare vita e, dopo alcuni anni di tentativi e duro lavoro, ha importato nel calcio un nuovo programma di allenamento e training mentale che oggi è utilizzato in tutte le giovanili del paese e anche da quelle del Bayern Monaco. Diverse squadre lo hanno cercato, offrendogli “good money”, ma Tom non ha mai voluto lasciare chi ha creduto in lui al principio e gli ha permesso di creare quello che poi ha creato.
Con un socio tedesco ha fondato un’azienda che produce cioccolato; ogni mese circa vola in Belize per assaggiare i semi di cacao che sceglie per le sue creazioni e per conoscere meglio il paese. Non esclude di trasferircisi, un giorno o l’altro, e nel frattempo devolve il 10% dei suoi guadagni alle scuole locali.
“Hanno poco laggiù, ma quello che hanno te lo danno col cuore. E non vivono poi così male, sai?”
Ama la birra, gli sport, stare in compagnia e ridere. Ride davvero parecchio, forse più di quanto parla, ed è contagioso.
È venuto a Sibiu per poter raggiungere, da qui, un paese tra i monti della Transilvania da cui il suo ramo materno espatriò a inizio ‘900.
“I miei fratelli credono che io sia matto, ma io voglio solamente chiudere il cerchio.” – mi ha rivelato ieri.
E il post di oggi così va a Tom, perché Tom oggi ha chiuso il suo cerchio.
In quanto a me, sono felice di aver conosciuto l’uomo che, oltre a mio padre, vorrei essere da grande.
Abbiamo anche la stessa capigliatura, tra l’altro.

11 Luglio, Timisoara (Romania) | Giorno 40 🇷🇴
Altre 7 ore in bus, altra città.
Nuovi pensieri, nuovi dubbi, nuove preoccupazioni, nuova stanchezza.
Stessa espressione ebete, pur sempre serena.
E allora oggi la prendo all’uso calabrese. Significa che Luca Brasi … dorme con le Rose.

VIDEO
Sono un maledetto lunatico, ormai mi è chiaro.
E allora, quando capitano quei momenti in cui mi sento un attimo giù di corda, spaesato o semplicemente spento e mi trovo in una città che non conosco, mi piace mettermi a camminare, senza mappa, a caso, lasciando che siano i piedi a decidere.
Ogni volta funziona.
Oggi, così facendo, ad un certo punto ho sentito una musica incredibilmente bella.
Ne ho seguito il richiamo e sono finito di fronte un teatro all’aperto, nel mezzo di un parco, ad ascoltare un coro evangelico di ragazzi cantare in rumeno, senza capire una sola parola ma rimanendo totalmente incantato.
Questo mi ha anche permesso di stringere 4 nuove piccole amicizie, con cui poi ho ovviamente giocato a pallone fino allo stremo.
Maledetta maledettissima luna.
12 Luglio, Timisoara (Romania) | Giorno 41 🇷🇴
Waking up the neighbourhood (as Bryan Adams says), and the pigeons (as I say), in Timisoara.

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STATISTICHE ROMANIA
KM in BICICLETTA: 55
KM in AUTOBUS: 630 + KM in TRENO: 280
NOTTI in OSTELLO: 5
NOTTI in OSPITALITÁ: 0
SPESE: 121 €
CURIOSITÀ
MONETA: Leu
“BUONGIORNO”: “Buna Dimineata”
“GRAZIE”: “Multumesc”
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