Che cosa succede quando un viaggio a lungo sognato, atteso ed immaginato … diventa realtà?
Innanzi tutto, cerchi di viverlo al meglio – e per tutto il tempo concesso – collezionando esperienze, luoghi ed incontri, che un giorno diverranno le tue memorie della Via della Seta. Un bagaglio di ricordi indelebile – ed incredibile – che mai avresti pensato di poter essere in grado di creare.
Quindi lasci la bicicletta da qualche parte.
Perché anche se vuoi credere che ormai sia tutto bell’e che finito … in realtà sai bene che nulla finirà mai.
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8 Dicembre, Istanbul ◀ Giorno 437 🇬🇪 – 🇹🇷 ▶
La prima accoglienza della Turchia, con un attraversamento di confine caotico, tedioso e nel mezzo di spintoni, pianti di bambini ed una greve tempesta a far da contorno, non è stata assolutamente delle migliori.
Probabilmente ha voluto farmi pagare in qualche modo la mia decisione di tagliarla tutta – a questo giro – con una lunga traversata in autobus da Batumi, senza stop di sorta nel mezzo.
Però poi è arrivato il saluto di Istanbul.
Con questi colori e con queste forme, dopo che proprio ieri parlavo di mare e gabbiani in una grigia e spenta costa Georgiana.
Ed ecco che allora devo ancora capire come riprendermi dallo stupore per un cambiamento così repentino.
E per siffatta bellezza.

9 Dicembre, Istanbul ◀ Giorno 438 🇹🇷 ▶
La separazione dalla bicicletta 🚲
13 Dicembre, Istanbul ◀ Giorno 442 🇹🇷 ▶
Volevo scrivere un post unico su Istanbul.
Volevo farlo domani, l’ultimo giorno in terra turca, prima di tornare a casa.
Ogni sera, però – sia che io stia passeggiando per il lato europeo della città sia che mi trovi su un battello o direttamente nel lato asiatico, dove c’è il mio ostello – Istanbul mi regala qualcosa come questo.
Mentre i gabbiani cantano.
Ed io con loro.

14 Dicembre, Istanbul ◀ Giorno 443 🇹🇷 ▶
Non é un caso che sia proprio Istanbul, la fine di questa parte di viaggio.
Non l’ho mai raccontato a nessuno, però Istanbul, in qualche modo, c’è sempre stata.
Quando, più di due anni fa, decisi che era arrivato il momento di partire per un po’, nessuno sa che la prima idea che si fece strada in me fu quella di uscire di casa e raggiungere Istanbul in bicicletta.
Non una pieghevole, né con un viaggio ibrido; volevo proprio pedalare fino ad Istanbul.
Perché scelsi proprio Istanbul, allora, davvero non lo so. Suonava esotica e lontana, e tanto mi bastava per eleggerla come la destinazione di quelli che volevano essere soltanto alcuni mesi sabbatici in solitaria.
Poi invece l’idea cambiò.
Arrivò quella della Brompton, dei viaggi in pieghevole, ed optai per un più “fattibile” – e mai rimpianto – percorso alle Cicladi.
Istanbul la toccai anche, proprio prima di volare su Santorini, in accompagnamento ad un gruppo crocieristico di un caro amico.
Ricordo poco di quel giorno, e la città, percorsa in fretta e furia in breve tempo, lasciò pochissimo di sé.
Ricordo però anche che, mentre la nave usciva dal porto ed io mi ritrovai seduto in poppa a bere tè ed osservare la baia del Mar di Marmara schiudersi di fronte a me, non seppi distinguere la fine di una metropoli che sembrava davvero sterminata. Istanbul era ovunque guardassi. Sparì soltanto dopo più di un’ora di navigazione in acque aperte; soltanto quando la terra, ormai impercettibile, divenne un tutt’uno con l’acqua.
Promisi in quel momento a me stesso che un giorno vi sarei tornato, degnandola di più tempo, interesse ed attenzione.
Mai avrei pensato, tuttavia, che l’avrei presa così alla larga: Europa, Russia, Mongolia, Cina, Sud-Est Asiatico, Cina ancora, Asia Centrale, Iran e quindi Caucaso, in quasi 15 mesi di viaggio, sono stati un viatico incredibile, che non sarei stato in grado di immaginare neanche sotto allucinogeni.
E così domani, dopo una settimana intera a Istanbul, lascerò quel luogo che doveva essere la meta conclusiva del mio primo ipotetico viaggio.
L’idea è di tornarci ancora. In primavera, coi primi caldi magari, per poter chiudere l’intero cerchio di questo lunghissimo viaggio con un nuovo lento rientro via terra.
Ma le idee, come già successo, possono cambiare; non sono in grado di sapere del resto che cosa succederà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi della mia vita, così come non posso essere totalmente certo che completerò il tutto così come ho pensato di fare. La bicicletta, se non altro, rimarrà qui a ricordarmi dell’impegno preso.
Anche se, in tutto questo, una cosa è comunque certa: non è soltanto la mia bicicletta che lascio qui, stavolta.
Una parte di cuore – che da domani mi servirà per ben altre faccende – rimarrà a sua volta infagottato a Istanbul.
Ed io non ho la benché minima intenzione di portarla via da qui.
Mai.
15 Dicembre, Istanbul ◀ Giorno 444 🇹🇷 ▶
Comunque mi sembra davvero molto strano che nessuno ci abbia pensato, maaaa … e se fosse tutto un altro scherzo?
Poi non venite a dirmi che non ve l’avevo detto 😂 😚

RIENTRO A CASA
Ebbene no, non era un altro scherzo.
C’è da vestirsi da Babbo Natale per qualcuno, quest’anno.
E non ne vedo l’ora.
