Attraversato il Passo di Irkeshtam con una catena rotta, entravo in un paese il cui nome nemmeno sapevo pronunciare.
Una terra a me completamente sconosciuta, che fin da subito mi colpì per le enormi differenze con la vicina grande Cina: lingua cirillica, influenze sovietiche, popoli dalle vocazioni nomadi ed una natura incontaminata e strepitosa.
Da Osh a Bishkek – campeggiando tra le foreste di Arslanbob, al cospetto delle acque del lago Issyk Kul e, coi nomadi, tra i silenzi magici del lago Song Kul – alla scoperta di uno dei paesi più sorprendenti di tutto il mio viaggio: il KIRGHIZISTAN.
_______________________________________________________________________________________________
25 e 26 Agosto, Osh ◀ Giorni 332/333 🇰🇬 ▶
Ho raggiunto Osh a sera già inoltrata di giovedì. Con l’aiuto di un navigatore offline e la guida di Ruzik ho cercato la Tes Guesthouse, consigliatami da Fernando il giorno stesso (durante l’infinita tratta da Kashgar).
Ero stanco ed affamato.
Il navigatore ci ha condotto di fronte ad un ponte bloccato, a poche centinaia di metri dalla Guesthouse. Ruzik, dopo avermi aiutato a scaricare i bagagli, mi ha stretto la mano augurandomi qualcosa in russo. Nel buio di un paese nuovo – e, come ricorderete, con la bici inagibile per via della catena rotta – probabilmente mi ha sospirato un “buona fortuna” in accento kyrgyzo.
Un buonuomo, riconoscendomi come straniero e vedendomi muovermi alla cieca, si è avvicinato chiedendomi “Hostel?”.
“Da!” – ho risposto.
Il suo dito ha subito indicato la destra, facendomi intendere di seguire qualcosa dietro ad un angolo murato.
La Tes Guesthouse era lì dietro.
Un sospiro di sollievo.
Non potevo crederci.
Mi aspettavo un buco purulento, ed invece ho trovato tende, biciclette di altri cicloviaggiatori (molto più seri di me, c’è da dire), birre, rose, un prato profumato e la pizza di Nicola, un altro viaggiatore italiano che mi ha rasserenato all’istante con la sua giovialità.
Osh, insomma, mi ha sorriso fin dal principio.
L’indomani mattina (cioè ieri), con l’aiuto di Rae, Jens e Julia ho subito sistemato la catena della bici. Piantata poi la mia tenda, ho iniziato il mio ozio nel tepore quasi materno di Osh; giornate calde e sere tiepide hanno accompagnato la nenia. Bucato, esercizi, lunghe chiacchierate e risotti le mie uniche occupazioni.
Qualche pensiero intorno ai giorni a venire, ma non più di tanto.
Domani, Domenica, proverò ad uscire dalla tana in cui mi sto crogiolando da due giorni.
Alla scoperta di Osh.
27 Agosto, Osh ◀ Giorno 334 🇰🇬 ▶
Osh non è una bella città.
Anzi, a dirla tutta, non credo che nessuno si offenderebbe se dicessi che Osh è persino bruttina.
Eppure …
Eppure a Osh c’è un Bazaar dove i sensi danzano, c’è un parco dove gente di ogni età gioca e si diverte, c’è un fiume dove i bambini nuotano ad ogni ora del giorno, ci sono viali alberati e panchine per chiacchierare, fiori per i marciapiedi e sguardi sinceri, ci sono moschee, statue di Lenin ed una montagna sacra, dove i kyrgyzi si recano a pregare, aspettando alba e tramonto.
Insomma, Osh sarà anche bruttina, ma è un concentrato di vita incredibile.
Vita di quella buona.
Quel tipo di vita che fa pensare, a momenti, che mettere radici non sembrerebbe nemmeno una cosa impossibile.
Se solo fossi in grado di capire il russo.
28 Agosto, Arslanbob ◀ Giorno 335 🇰🇬 ▶
La tratta Osh – Arslanbob tutto d’un soffio (o quasi, se tre ore su tre minibus locali possono essere considerate tali), per poter imbracciare lo zaino verso le cascate, le foreste e le stellate di una notte tra le montagne kyrgyze.
29 Agosto, Arslanbob ◀ Giorno 336 🇰🇬 ▶
Quando si sceglie di viaggiare a lungo, da soli, cercando in parte di seguire un itinerario ed in parte di lasciar agire il caso, qualcosa succede sempre.
Nell’immobilità ci si affloscia, nel movimento – anche se disorganizzato, sconfusionato e talvolta incosciente – le energie tracimano.
Ci sono giorni in cui accade poco, e trovar qualcosa da raccontare non è sempre un gioco da ragazzi; altri invece in cui dover selezionare parole e fotografie – quando si è scelto di condividere il viaggio – diventa quasi un piccolo sacrilegio.
Oggi è un giorno di quelli.
Le fotografie non renderebbero giustizia.
Le parole sfuggono via.
Perché mai avrei pensato di trovare tre amici ad Osh.
Mai avrei pensato di organizzare insieme a loro un trekking di due giorni in un luogo chiamato Arslanbob.
Mai avrei pensato di lasciare bici e pesi in casa di un contadino e di iniziare a camminare verso cime alte quasi 5000 metri.
Mai avrei pensato di mettermi a cercare legna sul far della sera, nel mezzo di valli sconosciute, per accendere un falò e grigliare carne tagliata a caso sopra una pietra incandescente.
Mai avrei pensato di attendere il sonno con gli occhi rivolti alle stelle del Kyrgyzstan.
E mai avrei pensato che un giorno vicino ai 34 anni avrei attraversato un terzo di mondo per poi, all’improvviso, svegliarmi qui.
Al cospetto di questo.

30 Agosto, Arslanbob ◀ Giorno 337 🇰🇬 ▶
Un nome che fino a ieri non significava niente.
E che da oggi non dimenticherò mai.
Un posto.
In Kyrgyzstan.
Arslanbob.
31 Agosto, verso Bishkek ◀ Giorno 338 🇰🇬 ▶
Quando una “semplice” tratta di 500 km in minivan condiviso diventa un viaggio a sé.
Con la fortuna di avere dei compagni di viaggio con cui passare il tempo, ed un guidatore musulmano che ogni tot si ferma per pregare.
Scegliendo sempre posti bruttissimi per farlo.
2 Settembre, Bishkek ◀ Giorno 340 🇰🇬 ▶
Dopo un giorno intero fermo in ostello causa febbre, oggi sono uscito un poco alla scoperta di Bishkek.
Bishkek è la Capitale del Kyrgyzstan.
La Piazza di Ala Too è la più importante di Bishkek. Ergo, la piazza più importante del Kyrgyzstan.
Eccola qui.
Continuo a pensare che quella di Pizzighettone sia meglio.
Un po’ come fu a Riga lo scorso anno insomma.
Non è un paese per piazze, direi.

3 Settembre, Bishkek ◀ Giorno 341 🇰🇬 ▶
Per rimanere in tema di piazze kyrgyze, questo è quello che succede durante le ore calde del giorno ad Ala Too, la piazza principale di Bishkek, di fronte al Museo Nazionale.
Un po’ come andare in Piazza Navona, o di fronte alla Fontana di Trevi, e vedere i bambini che giocano a pallanuoto.
Adoro questo paese.

4 Settembre, Bishkek ◀ Giorno 342 🇰🇬 ▶
Ricominciata la trafila dei visti, una cosa che mi fa impazzire di gioia.
Ed ecco allora che, per l’occasione, ho rispolverato la mia arma segreta.
No.
Non il pelo impertinente che sgattaiola fuori dalla maglietta.
Un’altra.
La più famosa.
L’entusiasmo.

5 Settembre, Kyzart ◀ Giorno 343 🇰🇬 ▶
Rimasta chiusa quattro giorni per via di festività e weekend, ieri finalmente riuscivo a far visita all’ambasciata Uzbeka a Bishkek.
Documenti consegnati; apparentemente tutto liscio.
Per il nuovo visto ci sarà da aspettare, ma era in preventivo.
Giudicando inutile rimanere oltre a Bishkek, ho scelto – dopo Arslanbob – di condividere una nuova esperienza insieme a Nicola e Charles, la cui compagnia in questi giorni trovo estremamente piacevole.
Il Kyrgyzstan, pur essendo una nazione piccola, offre numerose attrattive naturali e possibilità di svago all’aperto.
Nel nostro caso, la scelta è ricaduta sul Lago Song Kul.
Forse a piedi, forse a cavallo.
Lo scopriremo da domani, probabilmente senza linee telefoniche per un paio di giorni.
Di fatto la giornata di oggi è volata via nel tentativo di raggiungere in maniera autonoma il villaggio di Kyzart, l’ultimo avamposto di case non nomadi che si incontra prima delle montagne che scivolano nel Lago.
Un’avventura, come ogni trasferimento in queste terre. Lunga, a tratti scomoda e complicata, ma bellissima.
Una magnifica overture, degna dei migliori compositori.
Preludio di quello che sarà la sinfonia di domani, alla scoperta di un nuovo gioiello del Kyrgyzstan.
6, 7 e 8 Settembre, Song Kul ◀ Giorni 344, 345 e 346 🇰🇬 ▶
VIDEO
Vorrei essere in grado di scrivere qualcosa di più a riguardo di questa inattesa avventura a cavallo verso il Lago Song Kul, ma non sono ancora riuscito a ridestarmi dal sogno in cui sono caduto e rimasto per 3 giorni.
Spero soltanto che queste 30 fotografie (con rispettive didascalie) riescano a parlare per me.
9 Settembre, Issyk Kul ◀ Giorno 347 🇰🇬 ▶
Dopo tre giorni a tremila e passa metri, tra vento, freddo, cavalli, yurte e montagne … ho pensato che fosse il momento giusto per andare al mare.
Peccato che oceani e mari siano lontani anni luce dai confini del Kyrgyzstan; un po’ come desiderare un buon vino in Islanda o una burrata succulenta a Phnom Penh.
Però, a 1606 metri sul livello del mare, circondato da cime innevate dai nomi leggendari, in un angolo di terra disegnato tra i giganti Kazakistan e Cina, giace Issyk Kul.
Traduzione = lago caldo.
Il lago più grande di tutta l’Asia Centrale.
Ah, che paese meraviglioso.
10 Settembre, Issyk Kul ◀ Giorno 348 🇰🇬 ▶
Metti una domenica mattina da piccione sul lago Issyk Kul, in Kyrgyzstan.
Che creature sfortunate.

11 Settembre, Karakol ◀ Giorno 349 🇰🇬 ▶
Una deviazione di un giorno – e svariate ore di trasferimento in più – per raggiungere una nuova cittadina: Karakol.
Non perché mi suscitava ilarità (vista la sua traduzione spagnola, “caracol – lumaca”), né perché luogo di partenza di innumerevoli e fantasmagorici percorsi di trekking verso la sacra catena del Tien Shan e nemmeno perché particolarmente bella in sé (come potrete immaginare dalla foto).
Semplicemente, per via di alcuni amici.
Per salutare Charles e Nicola; un francese alto, taciturno e gentile ed un triestino matto e di una simpatia straripante, miei grandiosi compagni di viaggio fin dai giorni di Osh e Arslanbob, decisi a spingersi per una settimana tra le montagne del Kyrgyzstan orientale e quindi giunti al momento del distacco.
E per riabbracciare Vicki, una canadese dal sorriso contagioso, dal cuore grande e dagli innumerevoli racconti, viaggiatrice d’altri tempi e grande ambasciatrice di positività, che forse qualcuno ricorderà: fu lei – insieme al compagno Chris – ad ospitarmi in una calda e piovosa giornata del Febbraio Vietnamita, quando mi aggiravo preoccupato per una caotica e pienissima Nha Trang (per le festività del Tet) alla ricerca di una sistemazione per la notte impossibile da trovare.
Strade che si incrociano.
Persone. Compagni di viaggio. Amici.
Come sempre, tra le memorie più pure ed indimenticabili di tutto questo lungo viaggiare in solitaria.

12 Settembre, Bishkek ◀ Giorno 350 🇰🇬 ▶
A noi, Samarcanda.
È ufficiale: nasone rosso sta arrivando!

14 Settembre, Bishkek ◀ Giorno 352 🇰🇬 ▶
Il Kyrgyzstan, tra tutti i paesi che ho avuto la fortuna di poter visitare negli ultimi tempi, oltre a essere tra i più belli, è sicuramente anche tra i più ospitali.
Non solo per i luoghi (sublimi) e per la gente (cordiale e disponibile), bensì anche perché è tra i pochi paesi asiatici che permette a molte nazionalità di accedere senza visto o permessi di sorta.
Timbro al confine e – BAM! – 60 giorni liberi.
Una goduria, specialmente viste le innumerevoli attrazioni di questa terra.
Osh, Arslanbob, Bishkek, Song Kul, Issyk Kul, Karakol sono quelle che mi sono concesso, da che sono entrato; potrei rimanere ancora più di un mese, senza annoiarmi, ma la strada verso casa è ancora lunga e l’autunno ormai incombe.
Nuove destinazioni riscaldano già col loro richiamo, e così stamattina ho deciso che quello odierno sarebbe stato l’ultimo giorno in terra kyrgyza.
Che fare allora?
Poltrire ancora 24 ore nella capitale?
Oppure pedalare 20 km verso le montagne delle valli del Sud, salire su una marshrutka (van che fungono da trasporto pubblico in modalità sardina per tutto il paese) per mezz’ora, raggiungere l’ingresso di un parco, ottenere un passaggio in autostop (bici inclusa) per gli ultimi 10 km di salita fetente ed iniziare a camminare tra i tesori e le montagne di Ala Archa?
La risposta è in queste fotografie.
Non il massimo della fortuna in quanto a meteo, però di certo un commiato degno di memoria per questo meraviglioso paese.
Grazie, Kyrgyzstan.
_______________________________________________________________________________________________
MAPPA DEI LUOGHI