L’ultima parte del viaggio e di dieci mesi in solitaria – prima del rientro a sorpresa e di un Pesce d’Aprile quantomai inatteso – fu dedicata a due delle moltissime perle della Thailandia: l’isola di Koh Tao, con le sue spiagge paradisiache ed i suoi tramonti dipinti, ed uno dei luoghi più incontaminati e mozzafiato mai visitati in vita mia, il Parco Nazionale di Khao Sok.
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10 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 282 🇹🇭
“Ma bravo Vieri! Sei contento adesso?!
Tu e le tue dannate decisioni!
Te lo dicevo io di andare verso altri posti, che la Thailandia è grande e varia … e invece niente!
Tu e l’idea di venire a Koh Tao!
Sempre a far di testa tua!
Sempre a voler seguire quelle inutili sensazioni!
Bravo, davvero!
Sei contento di averci portato in sto postaccio?
Chissà che diavolo ti sarà passato per la mente!
Ciao, guarda … io me ne vado!”
“Ok. Ci vediamo fra qualche mese allora.
Se mi sarò stufato di questo postaccio.”

11 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 283 🇹🇭
In Thailandia c’è un grandissimo problema.
Mi ci sono imbattuto fin dal principio, quando una guardia di confine si è avvicinata a me ed alla mia bici per scattarmi una foto, con estrema cortesia, senza che ci fosse nemmeno bisogno di chiederglielo.
Lo stesso problema che ho trovato poi nei sorrisi dei monaci di Chongmek, dove rimasi ospite per una sera, oppure nell’ospitalità di Scott e nelle partite di pallone coi ragazzi di Ubon Ratchathani.
Lo ho rivisto nella gentilezza delle persone e negli abbracci con vecchi e nuovi amici, nella turbolenta ed infernale Bangkok.
Ne ho avuta un’altra lunga dose sui treni, e per le strade, circondato da saluti e curiosità.
La sto sperimentando da poco più di un giorno sull’isola di Koh Tao, ovunque mi volti.
Il problema della Thailandia è serio.
C’è troppa scelta, troppi luoghi da vedere, troppe persone da incontrare, troppi momenti da gustare (queste sono 4 foto prese random dalle ultime 24 ore), troppi attimi in cui ti vorresti fermare e non muoverti proprio più, sperando che il tempo decida di fare lo stesso.
Perché il problema della Thailandia è soltanto uno.
È che è troppo bella.
12 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 284 🇹🇭
Per tanti anni della mia vita ho avuto una sola idea di “mare”.
Legato ad un luogo soltanto, era un concetto connesso ad una lingua di terra, sabbia e onde che in Italia prende il nome di Celle Ligure.
Sarà che vi ho trascorso diverse estati della mia vita (ritenendomi fortunato per averlo potuto fare).
Sarà che – pur sapendo che ci sono diversi posti più belli, in Italia e non – per quasi la totalità della mia vita ho conosciuto soltanto quello.
Sarà quel che sarà, ma per me il “mare” è sempre stato un unicum.
In diversi anni di viaggio ho posato i miei occhi e sbracciato in molti altri oceani, golfi e baie di sorta … ma il mio concetto di “mare”, in fin dei conti, non è mai cambiato veramente.
“Andare al mare” significava per me andare “là”, dove conoscevo tutto, dove conoscevo tutti, dove non c’era sabbia su cui non avessi camminato o acqua il cui non avessi nuotato.
Non ho mai avvertito – era un mio limite, lo so – un’irrefrenabile curiosità nei confronti di altro, al di fuori di quello che già sapevo.
Fino allo scorso anno.
Fino alla Grecia.
Fino alle Cicladi.
Fu lí, su quelle isole, che imparai ad avventurarmi verso spiagge nuove, in blu sconosciuti, pedalando o camminando attraverso coste arcigne che di colpo rivelavano tesori nascosti di rara bellezza.
Il “mare”, di colpo, iniziò ad assumere altre forme.
Altri colori.
Ed io, con lui.
Poteva avere ora il rosso della Red Beach di Santorini, ora il grigio argento delle scogliere di Kleftiko a Milos, ora il fuoco del tramonto su Kamares a Sifnos, ora il bianco di Plaka a Naxos, ora il verde mistico di Aegliali ad Amorgos.
È in quei due mesi di viaggio che appresi finalmente il piacere della scoperta, l’emozione del nuovo.
Ed era tutto collegato al mare.
Al colore, al suono, all’odore, all’energia del mare.
Durante questo lungo viaggio – vuoi anche per l’itinerario percorso – non ho toccato o visto il mare molte volte.
L’unica isola su cui sono stato – Koh Rong, in Cambogia – era sì estremamente affascinante, ma l’impossibilità di girarla in libertà ha in qualche modo limitato il mio desiderio di spingermi di fronte a nuovi tipi di spiagge, nuovi tipi di onde, nuovi tipi di “mare”.
È sostanzialmente per questo che, una volta entrato in Thailandia, ho scelto di viaggiare dapprima verso Sud, piuttosto che nelle foreste del Nord. Speravo di poter trovare qualche isola in cui perdermi, giorno dopo giorno, in quella sete di nuovo che avevo amato in Grecia e che mi aveva portato a incontrare così nuovi concetti di “mare” e, così, nuovi lati di me stesso.
Sono felice di averlo fatto.
Perché oggi, tutto questo, è accaduto ancora.
Qui, di fronte a questo mare.
Qui, alla Tanote Bay.
13 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 285 🇹🇭
“Tomorrow’s too late,
Future never comes.”
Così mi ha detto un’amica, giusto ieri.
Chissà perché non ho pensato ad altro oggi (sperando che il futuro potesse arrivare, tra l’altro), prima di mettermi gli occhialini e nuotare fino al centro della Shark Bay, per vedere gli squali da vicino, dal vivo, farmi “ciao ciao” con la loro graziosa pinna nera, per la prima volta in vita mia.

14 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 286 🇹🇭
“Ok, Vieri. Allora, se per te va bene, il secondo incontro lo faremo fra una decina di giorni circa a Koh Tao. Ti terrò aggiornato sulla data in cui sarai nostro gradito ospite a pranzo in hotel, così potrai anche già conoscere uno dei nostri resorts. Se puoi, nel frattempo, recati a vedere l’isola. Sono certo che ti piacerà.”
Il primo incontro fu a Bangkok, avvenne un po’ per una serie di coincidenze ed un po’ per caso (o forse no) e si chiuse con una stretta di mano.
Il terzo … vedremo se ci sarà.
Intanto io mi godo l’idea – possibile – dei prossimi mesi.
E la vista.
Da quassù.

15 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 287 🇹🇭
Non è cambiato poi molto, in effetti.
È ancora il mio passatempo preferito, quando mi trovo su un’isola.
Prendere la bici, pedalare e camminare (se le strade obbligano a farlo, talvolta per via di sterrati fetenti e talvolta per via di pendenze inverosimili) cercando di raggiungere una nuova baia, mai vista né sentita prima.
Perdendomi anche.
Per alcune ore, alle volte.
Per poi, estremamente sudato ed accaldato, scivolare in acqua e collegare a nuoto le sponde di terra che abbracciano quell’unico ed inimitabile solco di mare, quasi sempre infiocchettandolo preziosamente.
Come se ogni volta volessi conquistarmelo con le mie sole forze – dall’inizio alla fine – quel piccolo e delizioso … nuovo scrigno blu.

16 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 288 🇹🇭
In sei giorni che sono a Koh Tao mi ero sempre avventurato soltanto nella parte Est dell’isola.
Mi avevano detto che era la più bella.
Innegabile, in effetti.
Non che la parte Ovest faccia schifo, tuttavia.

17 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 289 🇹🇭
Una settimana.
7 giorni esatti, da che sono arrivato.
Non capitava da tempo.
Da Yangshuo, per l’esattezza.
Di rimanere così a lungo nel medesimo posto.
Nella medesima isola, in questo caso.
È come se qualcosa mi trattenesse qui, quasi contro il mio stesso volere.
E non riesco davvero a capire il perché.
18 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 290 🇹🇭
Ok, io sarò anche ossessionato coi tramonti Thailandesi (e non solo), ed in effetti avevo anche altro di cui scrivere oggi … però come si fa a scegliere di non condividere uno spettacolo del genere?
Qui non si tratta soltanto di assistere ad un altro giorno che si trascina via, né di contemplare un nuovo momento che risplende, arriva all’apice e poi, silenziosamente, se ne va.
Bensì di sbirciare come Dio si mette all’opera, attingendo dai colori della sua infinita tavolozza ed utilizzando un serafico cancellino celeste per ripulire la tela, e completare così un altro dei suoi incredibili capolavori.

19 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 291 🇹🇭
Quando potresti prendere una barca – come fanno tutti – per raggiungere una delle baie più nascoste di Koh Tao, e invece scegli di avventurarti per la via alternativa, sudando e divertendoti per un’ora e mezzo su strade assurde e sterrati terribili nel mezzo della foresta tropicale di un’isola Thailandese.
Per poi arrivare a poche centinaia di metri dalla meta, legare la bici ad un albero, scendere una lunga scalinata, fermarti per una foto di fronte ad una delle culle di mare più belle che tu abbia mai visto, prepararti ad entrare in acqua per nuotare gli ultimi 200 metri che ti separano dalla spiaggia, richiudere tutti i tuoi oggetti nella borsa da sub ermetica che hai comprato pochi giorni prima.
Scoprire solo una volta all’asciutto sulla sabbia (tu) che non l’hai chiusa così ermeticamente come pensavi.
Giocarti così la macchina fotografica, definitivamente.
Imprecare al punto che si svegliano anche i coralli.
Perché sei sí arrivato alla Mango Bay nel modo che volevi tu, ma sei anche un idiota di prima categoria.
20 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 292 🇹🇭
Sei lì che passeggi bel tranquillo sulla spiaggia, immerso nei tuoi pensieri, quando le vedi.
Le massaggiatrici Thailandesi.
Vinto da non sai quale richiamo, per una volta cedi ai loro inviti e credi che è finalmente arrivato il momento di un massaggio Thai.
Ti sdrai e immagini di prepararti a sognare di palme, di olio di cocco, di altalene sul mare, di risacca infinita e profumo di salsedine … e invece lei, la piccola massaggiatrice, ti stritola in delle morse inaudite, a tratti violente, quasi volesse guerreggiare che neanche fosse Hulk Hogan.
E muscoli e ossa ragionano come se tutte le noci di cocco che poco prima hai guardato con aria sognante ti fossero cadute addosso all’unisono.
E con esse … la palma intera.
21 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 293 🇹🇭
Prima delle due giornate di corso di Free Diving andata, giusto in tempo per recuperare dalle apnee perdendomi nel mezzo di questi colori.
Da ex nuotatore, credevo fosse una boiata assurda.
E invece, un altro di quei casi in cui mi sono dovuto ricredere: difficile, impegnativo, interessante.
Molto, molto, molto interessante.
Un nuovo modo di conoscere il proprio corpo.
Un nuovo modo di vivere l’acqua.
Domani si prova in mare (vedremo con che esiti).
Domani si prova lì davanti.
Dove i miei occhi spaziano, laggiù poco lontano dal porpora, in questo preciso istante.

22 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 294 🇹🇭
Due giorni per imparare a conoscere in maniera diversa un elemento – l’Acqua – in cui sono cresciuto e in cui ho vissuto per anni.
Due giorni per provare a scoprire un mondo nuovo, diverso, sconosciuto ed affascinante.
Due giorni per iniziare ad andare giù, verso il blu più oscuro e verso gli abissi di me stesso.
Due giorni per riuscire a rimanere in apnea quasi 3 minuti e per avvicinarmi ai 10 metri di profondità, con un orecchio fetente, nel mare silenzioso.
Due giorni per capire che, se in orizzontale nuoto ancora in maniera egregia, in verticale, invece, per ora … sono felicemente ridicolo.

23 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 295 🇹🇭
Uno dei due motivi che mi hanno invogliato a rimanere (e permesso di farlo), per oltre due settimane, sull’isola di Koh Tao.
Ogni sera … uno diverso.
Domani il secondo e ultimo motivo.
Perché domani sera si ricomincia.
Domani sera, si riparte.

24 Marzo, Koh Tao (Thailandia) | Giorno 296 🇹🇭
Il secondo motivo per cui sono rimasto così a lungo a Koh Tao è, come sempre, il più importante: le persone.
Ognuna con la propria storia, ognuna col proprio bagaglio di esperienze, con le proprie abitudini, le proprie aspirazioni, i propri desideri, i propri dubbi, le proprie domande.
Ognuna con la sua energia.
Ognuna col suo sorriso.
Grazie Surja, Fernando, Nines, Mei, Belen, Miao, Lena, Isabel, Julia, Max, Barda, Stefano, Lisandro, Mario, Rakel, Morgane, Andrea, Diego, Arno, Bio, Chiara, Francesco e Noky per aver reso queste due settimane ancora più ricche e … indimenticabili.
Ahora, adelante!

25 Marzo, Khao Sok (Thailandia) | Giorno 297 🇹🇭
Resti due settimane su un’isola, circondato da locali, bar, wifi, linee telefoniche e ricevitori satellitari e quand’è che ricevi la telefonata che stavi aspettando da giorni?
Quando sei appena arrivato nel mezzo della giungla Thailandese, e l’unica cosa che riesci a sentire dall’altro capo del telefono … sono le rane.

26 e 27 Marzo, Khao Sok (Thailandia) | Giorni 298 – 299 🇹🇭 – VIDEO
SECONDO GIORNO
Ieri, per la prima volta dopo diverso tempo, non sono riuscito a mantenere l’impegno giornaliero di condividere qualcosa – fosse anche una foto, un racconto, un’impressione – su questa pagina.
Il fatto è che, dopo aver pedalato per circa 70 km per raggiungere l’ingresso Est del parco nazionale di Khao Sok, insieme ad alcuni amici sono salito su di una barca che, dopo circa un’ora e mezzo di viaggio sopra le acque cristalline del lago omonimo – nel mezzo di montagne e valli la cui rarità non avrei mai potuto immaginare prima – ho raggiunto dei piccoli bungalow di legno, galleggianti ai bordi di una baia lacustre dove non esiste elettricità (se non per un paio di ore alla sera), acqua corrente ed alcun tipo di connessione.
Fortunatamente, oserei dire.
Domani – quando sarò ormai ritornato a Bangkok per l’ultima parte di questo mese Thailandese – scriverò un poco di più a riguardo di questo Parco, utilizzando alcune delle fotografie scattate da Simone / Wanderhang – viaggio dentro al mondo (la mia macchina fotografica è inutilizzabile dal dì dell’incidente a Koh Tao).
Queste tre di oggi sono state scattate col telefono, nei momenti in cui sono riuscito a destarmi dall’incantesimo in cui ero caduto per via della bellezza assoluta che mi circondava.
Difficilmente riusciranno a rendere l’idea del meraviglioso isolamento che ho avuto la fortuna di poter vivere – ed ascoltare – per quasi una giornata intera.
Tuttavia, lo spero.
28 Marzo, Bangkok (Thailandia) | Giorno 300 🇹🇭
Immaginate un insieme di valli, a forma di stella cadente, largo 165 chilometri quadrati.
Immaginate un Re che decide di costruire una diga, negli anni ‘80, per modificare l’economia e l’agricoltura di una zona completamente tropicale e fino ad allora pressoché invivibile.
Immaginate un fiume che ci impiega oltre un anno per riempire la nuova “vasca” naturale.
Immaginate un lago immenso che cresce, mese dopo mese, fino ad essere profondo quasi un centinaio di metri, circondato da montagne carsiche di rara bellezza che diventano habitat per dozzine di nuove specie di animali, volatili, rettili e pesci.
Immaginate di arrivarci dopo aver pedalato per 70 chilometri, costretti ad uno sforzo fisico non previsto e sofferenti per via del caldo opprimente.
Immaginate di avvistare il lago, ancora accaldati e grondanti sudore, e di crederlo un miraggio.
Immaginate di tuffarvici subito, una volta parcheggiata la bicicletta, innamorandovi all’istante del tepore della sua acqua color verde smeraldo.
Immaginate di salire, insieme a 4 amici incontrati sulla strada, su una lancia pilotata da una ragazzotta Thailandese avara di sorrisi, ma prodiga di attenzioni e gentilezze.
Immaginate di volare sullo specchio blu per oltre un’ora e mezzo, perdendovi ad ogni boccata d’aria nella più meravigliosa immensità.
Immaginate di raggiungere una serie di piccoli bungalows di legno, appollaiati alle pendici di quella che una volta era il fianco di una montagna ed ora è una riva brulicante vita.
Immaginate di sistemarvi in una stanza larga 2 metri per 2, senza corrente, senza acqua e connessione di sorta, e di sentirvi come rondini in un nido.
Immaginate di nuotare nell’acqua calda antistante il vostro minuscolo patio, cercando di scoprire che cosa si nasconda in profondità e di mantenere l’equilibrio sopra un tronco di un albero sistemato a mo’ di boa.
Immaginate di imbracciare un kayak e di decidere di pagaiare verso un nuovo braccio di lago, prima che la sera ed il buio vi avvolgano; immaginate di essere sorpresi da una tempesta tropicale quando siete nel mezzo del nulla e del silenzio più assordante; immaginate di osservare la superficie del lago che ora s’increspa di lontano, laddove la pioggia già sta sferzando le acque, e di contemplarla con un sorriso; immaginate il vento che di colpo s’imbizzarrisce e vi plana addosso con la furia di un mostruoso sparviero, facendo sobbalzare il kayak e minacciando di catapultarvi in acqua.
Immaginate di non provare paura di tutto questo, bensì di desiderare abbandonarvi completamente alla natura ed alla sua spaventosa forza.
Immaginate di chiudere gli occhi, respirare e di percepire ogni singola goccia di pioggia che si fa tutt’uno col vostro corpo e col vostro essere.
Immaginate di lasciarvi percorrere da uno spasmo di gioia mai provato prima.
Immaginate di riuscire a vivere il presente – per un breve ed intenso momento – come se non aveste atteso altro che quello, per tutto questo tempo.
Immaginate una notte di stelle sopra un lago artificiale, mentre siete seduti sul bordo di una passerella di legno, avvolti dalle montagne e dai suoni della foresta che si mischiano con la musica del vostro cuore.
Immaginate l’alba. Nel medesimo luogo. Con le medesime emozioni.
Immaginate uno dei luoghi più incredibili che abbiate conosciuto in 10 mesi di viaggio.
Uno dei più totalizzanti della vostra vita.
Uno dei più magici dei vostri sogni.
Tutto questo è stato, per me.
Khao Sok.
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MAPPA DEI LUOGHI