Dopo il Vietnam del Sud, a chiudere un mese intero in un Paese tanto vasto quanto interessante, ecco i racconti del Nord: la natura di Ninh Binh, il caos di Hanoi, la placida Hoi An (ancora) ed una grande pedalata verso Hue, l’antica Capitale del Regno.
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11 Febbraio, Ninh Binh (Vietnam) | Giorno 255 🇻🇳
14 ore di treno più una di bicicletta per tornare a … Yangshuo!

12 Febbraio, Ninh Binh (Vietnam) | Giorno 256 🇻🇳
Sono venuto a Ninh Binh perché Fulvio, un amico incontrato a Nha Trang, mi aveva parlato incredibilmente bene del paesaggio e mi aveva consigliato di non perdermi un giro in barca tra i fiumi, le risaie, le grotte e le montagne della zona (che tanto mi ricordano quelle che ho amato a Yangshuo), soprattutto col sole ed in una mattinata infrasettimanale.
Al risveglio, peró, del sole solo un vago alone.
E ovviamente mi sono accorto soltanto dopo i primi sbadigli che oggi fosse Domenica.
Una volta arrivato all’imbarcadero, sono rimasto letteralmente sopraffatto dal numero di autobus parcheggiati, dai fischi dei vigili, dai megafoni delle guide e dalle lotte folli della gente ansiosa di salire sulle barche, quasi come fossero galline in fuga da una volpe famelica.
Ho resistito 3 minuti prima di fuggire, cercando come al solito un luogo più tranquillo per godere di quello che comunque rimane un notevole miracolo della natura.
Ho ripreso così la mia bicicletta, attraversato un paio di villaggi ancora imbavagliati nel silenzio dei campi, raggiunto la montagna di non so quale Dragone, ne ho scalato la cima ed ho incontrato due nuovi piccoli amici – due sassi colorati con un cappello tipico Vietnamita che qualcuno ha lasciato appollaiati sulla punta di una torretta – coi quali mi sono ritrovato a fare le pernacchie, dall’alto, sia alle meravigliose montagne sia … alle barche delle galline matte.
SERA
Ah.
Ho dimenticavo di dire che poi, alla fine del giorno numero duecentocinquantasei, è uscito il sole.
E ha fatto il verso del pavone fino a tardi.
Fino a quando non è crollato.
Così.

13 Febbraio, Hanoi (Vietnam) | Giorno 257 🇻🇳
Non capitava da tanto tempo.
L’ultima volta, per la precisione, fu a Budapest, ancora nel lontano luglio.
Prima ancora era successo a Zagabria e a Sofia, ma dopo Budapest … non più.
Di che cosa sto parlando?
Semplicemente, di riuscire a “conquistare” una Capitale di un nuovo Paese in sella alla mia bicicletta.
Tutte le altre Capitali d’Europa – a partire dai Balcani fino ad arrivare ai Paesi Baltici – e poi ancora Mosca, Ulaanbaatar, Pechino, Vientiane ed infine Phnom Penh furono ufficialmente raggiunte ora in treno, ora in autobus (non è corretto considerare “validi” i 15 km necessari per entrare nei centri di Pechino e Vientiane, una volta lasciate le stazioni degli autobus).
Ricordo ancora la soddisfazione e la felicità che mi vinsero la prima volta, a Zagabria, al quindicesimo giorno di viaggio.
Oggi, quando sono trascorsi poco più di 8 mesi da quel dì, dopo aver coperto i 100 km che separavano Ninh Binh da Hanoi in meno di sei ore, dopo aver bucato, aver lottato con una vite ballerina, il traffico indecente e lo smog crudele della Capitale del Vietnam (sì, papà, ho appreso solo pochi giorni fa che Ho Chi Minh non è la Capitale del Vietnam, bensì Hanoi), ebbene le sensazioni sono esattamente le stesse di allora: soddisfazione e felicità.
Eccola, quindi, la diciannovesima – e, verosimilmente, anche una delle ultime – Capitale di questo mio buffo viaggio.
Eccomi a te … Hanoi!

14 Febbraio, Hanoi (Vietnam) | Giorno 258 🇻🇳
Capisci che di templi, pagode, musei, chiese e attrazioni varie ne hai già viste a sufficienza quando, invece che leggere le didascalie, soffermarti sui cenni storici, documentarti con una guida, osservare statue e reperti di vario genere, preferisci guardare verso il cielo e, con sguardo sognante … provi a respirare il colore delle orchidee.
Perché è l’unica cosa che ti interessa davvero.

15 Febbraio, Hanoi (Vietnam) | Giorno 259 🇻🇳
Pechino?
Ah, No!
Ha Noi!
(dove l’inquinamento è soltanto una chimera)

16 Febbraio, Hanoi (Vietnam) | Giorno 260 🇻🇳
“E poi, un giorno, l’imponderabile, accadde.
Ci conosciamo fin da quando eravamo bambini. Lei abitava proprio a fianco a me e ogni mattina andavamo a scuola insieme. Spesso la aiutavo con lo zaino, se era troppo pesante, e lei mi teneva per mano fino a quando la salutavo per andare nella mia classe. Qualche volta litigavamo, ma poi sua mamma mi invitava per cena e inevitabilmente finivamo per fare la pace.
Era al mio fianco quando persi i miei genitori, e ricordo che io la strinsi a me per una notte intera quel giorno che venne a dormire da me, dopo che un ragazzo infranse il suo cuore.
Era la mia migliore amica, e io non potevo desiderare di più.
Poi, un giorno, mentre preparava il caffè, la osservai. Forse per la prima volta. Sembrava che danzasse, bellissima nel suo vestito di seta bianco. Fui preso da una forza irrefrenabile, e così mi alzai e la abbracciai. I suoi capelli profumavano di gelsomino. Tremai sulle ginocchia ed in tutte le fondamenta di me stesso, quando si voltò. Una lacrima stava tagliandole una guancia, ma non scalfiva il suo sorriso.
Fu in quel momento che capii tutto.
Ancora oggi le chiedo di vestirsi di bianco, in quei giorni in cui l’aria sembra mancare.
Quasi sempre, tuttavia, non serve nemmeno che lo faccia.
Perché lei lo sa già.
Lei. La mia aurora, dopo una notte senza sogni.
Lei. La sola capace di sciogliersi lieve sulla mia superficie, diventando lei stessa la mia essenza più pura, come un fiocco di neve che si posa sopra le acque gelide di un lago di montagna, lì dove il sole di primavera ha già cominciato la sua opera di disgelo.”
In quanto a me, è tempo di lasciare anche Hanoi.
Che questa città mi porta decisamente alla follia.

17 Febbraio, … (…) | Giorno 261 🇻🇳
3 semplici piccole regole.
Le uniche che mi ero dato, prima di partire.
Le uniche che mi sono imposto di non rompere, durante tutto il viaggio:
1) Non prendere aerei, se non per rientrare a casa (i 10 giorni in Grecia, ad Agosto, furono solo una breve vacanza; ricorderete che dovevo attendere il visto Russo a Varsavia, dove c’erano 10 gradi … e non portai la bici con me!);
2) Usare soltanto la bicicletta, una volta raggiunta una nuova città / destinazione (no scooter o moto, neanche per attrazioni da mille e una notte);
3) Mai tornare indietro sulla strada percorsa (se non, come alla regola numero 1, per tornare a casa).
Oggi, dopo quasi nove mesi di indefesso rispetto di queste tre semplici piccole regole, ne ho infranta una.
Quale?
Potete tentare a indovinare
Lo rivelerò domani, insieme alle spiegazioni che mi hanno portato a farlo.
Perché, per un paio di giorni … ho intenzione di rimanere qui.

18 Febbraio, Hoi An (Vietnam) | Giorno 262 🇻🇳
Era la regola numero 3, quella che ho rotto.
Sì, perché ieri, diversamente da quanto fatto finora … sono tornato in un posto dove ero già stato prima, percorrendo la stessa strada.
Sono tornato a Hoi An.
Ed ecco i 5 motivi che mi ci hanno riportato:
1) Non avevo voglia – pur commettendo un errore, lo so, come fu per Angkor Wat in Cambogia – di allungarmi ancora più a nord fino a Sapa o ad Halong, dove tutti i turisti o viaggiatori, ma veramente tutti, vanno in qualche modo ad infilarsi, quasi fosse una necessità una volta raggiunta la Capitale del Vietnam;
2) Da Hanoi le uniche connessioni col Laos (per Luang Prabang o Vientiane) avevano orari e costi da far rimpiangere la Transiberiana;
3) Da dove sono ora forse mi riuscirà – tempo permettendo – di pedalare un poco ancora lungo la costa del Vietnam, risalendo fino a Hue, per poi deviare per il Sud del Laos … dove spero sarà possibile una reunion con due amici che non vedo da tanti mesi;
4) Ad Hanoi non si riusciva a vedere il colore del cielo durante il giorno, né, di notte, la luce delle stelle;
5) Perché Hoi An, pur essendo estremamente turistica, come già descrissi qualche giorno fa … è davvero bellissima.
POMERIGGIO
Non capisco come, dopo quasi un mese in questo paese, ancora non mi riesca di passare inosservato.
Veramente.
Eppure io ce la metto tutta.
Giuro.
19 Febbraio, Hoi An (Vietnam) | Giorno 263 🇻🇳
“E al duecentosesantatreesimo giorno, egli si riposó.”

20 Febbraio, Da Nang (Vietnam) | Giorno 264 🇻🇳
Leggere una poesia per la prima volta e poi ritrovarla in un luogo, la sera stessa:
“Il vostro compito non è quello di cercare l’amore, ma solamente di cercare e trovare tutte le barriere che avete costruito, dentro di voi, contro di esso.
Lasciate che la bellezza che amiamo sia ciò che facciamo.
Al di là delle idee di giusto e sbagliato, c’è un campo. É lì che ci incontreremo.
Quando l’anima arriva a sdraiarsi su quell’erba, tutto il resto non conta più.”
(Jalāl ad-Dīn Muhammad Rūmī)

VIDEO
E lo street food dei sogni …
21 Febbraio, Da Nang – Hue (Vietnam) | Giorno 265 🇻🇳
Ok.
Dopo aver lasciato la bella – col sole – Da Nang.
Dopo aver conquistato l’arduo Passo di Hai Van.
Dopo essermi sciolto per il caldo ed aver sudato come non mai.
Dopo aver forato … ancora.
Dopo aver raggiunto l’antica Hue solo in serata, scortato da una palla di fuoco alta in cielo.
Dopo aver sofferto per altri 120 chilometri sulle strade del Vietnam … posso ritenermi soddisfatto anche con questo Paese.
E ora sono finalmente pronto per iniziare la via verso … il Tibet!
Forse
22 Febbraio, Hue (Vietnam) | Giorno 266 🇻🇳
“Sono nato 23 anni fa in un villaggio a metà strada tra Hoi An e Quy Nhon. I miei genitori sono agricoltori, da sempre. Coltivano riso e verdure che ogni giorno mia madre va a vendere al mercato. Io e i miei quattro fratelli, fin da bambini, lavoravamo duramente per dar loro una mano. Era l’unica cosa che conoscevamo, e anche l’unica che potessimo fare, del resto. Alle volte non andavamo nemmeno a scuola, perché c’era da nutrire i maiali e da portare i buoi al pascolo. Però a me piaceva. Ricordo che ogni tanto portavo gli animali con me a scoprire nuove montagne, nuove valli, nuovi prati. Quando loro si fermavano a mangiare l’erba, io prendevo i miei libri e studiavo. Oppure leggevo, o scrivevo. Oggi studio qui a Hue, per diventare medico. Spero di diventare utile col mio futuro mestiere, e so che in qualche modo ci riuscirò. Anche se, talvolta, ripenso a quegli attimi di pace, quando ero da solo al pascolo coi buoi di mio padre su qualche collina sconosciuta, e li rimpiango.”
Grazie, Ban, per avermi fermato mentre camminavo lento in una giornata in cui non avevo voglia di far nulla.
Grazie per avermi convinto a praticare un po’ di inglese insieme a te, sorridendo puramente per oltre un’ora.
Grazie infine per avermi aperto le porte sulla tua storia.
E sulla tua grande poesia.

23 Febbraio, Hue (Vietnam) | Giorno 267 🇻🇳
Quando qualcuno dice “La Città Proibita”, la mente vola, immediata, a Pechino, al suo strepitoso Palazzo Imperiale ed alla inespugnabile corte/città che vi nasceva attorno.
Ebbi la fortuna di visitarla 2 anni fa.
Ricordo ancora lo stupore che mi vinse quando vi entrai, subito dopo aver varcato i bastioni che la separano da Piazza Tienanmen, e le fantasie che seguirono, per ore, relative a dinastie, eroi, battaglie, miti, racconti, usi e costumi di una Cina che non esiste più …
Ricordo anche la fiumana di turisti (per lo più cinesi) che c’era, dalla quale non sempre fu facile scappare, anche solo per ritagliarsi pochi attimi di sogni e visioni solitarie.
Oggi, a Hue, ho scoperto che anche il Vietnam può vantare una sua piccola “Città Proibita”, dimora dell’Imperatore in quella che fu per secoli l’antica capitale del Regno, prima che la storia determinasse furiosi e terribili cambiamenti in questa graziosa ed accogliente terra.
Le fantasie relative alle dinastie, agli eroi, alle battaglie, ai miti, ai racconti, agli usi ed ai costumi che questa Cittadella è in grado di rievocare, probabilmente non sono paragonabili a quelle, maestose ed imponenti, del suo gigantesco vicino … ma in quanto a silenzi, sogni ed attimi di meravigliose visioni solitarie, è senza dubbio la Città Proibita più bella in cui mi sia mai riuscito di perdermi.
24 Febbraio, Verso il Laos | Giorno 268 🇻🇳 – 🇱🇦
Nutrivo grandi aspettative sul Vietnam, prima di partire. Non ne ho mai capito il motivo, ma è un paese che da sempre mi ha intrigato, affascinato e che da anni desideravo conoscere.
Nel corso di questo viaggio, tuttavia, il mio interesse si era notevolmente ridimensionato, specialmente negli ultimi mesi in Asia e dopo aver ascoltato svariati racconti di altri viaggiatori, spesso tutt’altro che positivi.
Non poche volte ho udito frasi come: “Oh, il Vietnam … lascia perdere! È un paese in estremo cambiamento, molto popoloso, iper trafficato, estremamente turistico e anche poco sicuro, specialmente nelle grandi città! E i Vietnamiti poi: sei un dollaro ambulante per loro! Cercheranno di fregarti sempre, vedrai!”
Il giorno che chiesi il visto di un mese, a Phnom Penh, avevo sentimenti contrastanti: da un lato non volevo perdermi la possibilità di rimanere in Vietnam, se mai mi avesse convinto, ma dall’altro ero certo che non sarei mai arrivato alla fine dei 30 giorni del visto.
Ebbene, quel giorno era il 23 Gennaio, il giorno prima di prendere il bus che mi portó a Ho Chi Minh.
L’impatto fu duro, non lo nego.
Caos, traffico, rumori e maltempo minarono, durante i primi giorni, il mio già scarso entusiasmo.
Ma alla fine eccomi qui, un mese dopo, al valico di Lao Bao, mentre tendo una mano – in cenno di saluto – ad un paese che è riuscito a regalarmi davvero tanto: il fresco e l’odore di pino delle montagne a Dalat, le spiagge tempestose di Quy Nhon, i colori e le dolcezze di Hoi An, i profumi di mare di Da Nang, la tranquillità delle valli di Ninh Binh, le sfumature intriganti di Hanoi, alcuni percorsi in bicicletta appassionanti ed appassionati … e, soprattutto, diversi amici.
Gli incontri con le persone, come sempre, fanno la differenza.
Retorica a parte, se questi ultimi 30 giorni in Vietnam hanno superato le mie più rosee aspettative (pur senza aver visitato Sapa e Halong), lo devo soprattutto alle persone.
In primis a chi da casa e attraverso i social mi sta seguendo da tanto tempo, e che ogni giorno mi dá grande forza per andare avanti sulla mia strada ed in quello che sto facendo.
E poi a chi, del mio Vietnam, ha fatto parte.
Chi magari solo per avermi aiutato, accolto, cenato, bevuto e riso con me, e chi invece ha condiviso insieme a me momenti, ore e persino giorni interi, riuscendo a donarmi ricordi e gioie di vera, rara, intensità.
Quindi: Giacinto, Michela, Virginie, Francisco, Karin, Randy, Han, Trinh, Fulvio, Alex, Vicki & Chris, Katya & Anssi, Suong, Szymon, Kinga, Jorge, Alyssia, Cynthya, Nadine, Jenny, Tho, Phi Phi, Hoa, Davide, Alberto, Le, Romain, Jeremy, Sam, Tarek, Sean, Mario, Camille, Antoinette, Anh, Truc, Bong, Ban, Ly, Alessandro, Martino e Vicki … questo saluto e questo GRAZIE, oggi, sono anche per voi!

STATISTICHE VIETNAM
KM in BICICLETTA: 720
KM in AUTOBUS: 1570
KM in TRENO: 880
NOTTI in OSTELLO: 25
NOTTI in OSPITALITÁ: 4
NOTTI in TRENO / AUTOBUS: 2
SPESE: 749 €
CURIOSITÀ
MONETA: Dong
“BUONGIORNO”: “Chào buoi sáng”
“GRAZIE”: “Cam On”
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MAPPA DEI LUOGHI
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