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In Viaggio con una Bici Pieghevole
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Category Archives: UNGHERIA

UNGHERIA: Baja, Budapest e Esztergom … in bicicletta (22-28 Luglio | Giorni 51-57)

Maggio 18, 2017 2293 Views

Il 22 Luglio, dopo 50 giorni trascorsi tra Balcani e Europa dell’Est, iniziavo la lunga salita verso Nord.
Poco prima di uscire dalla Serbia, comprai un panama; mi ripromisi di attraversare tutta l’Ungheria – da Sud a Nord – solamente in sella alla mia bicicletta, con il panama sempre in testa.
Trascorsi la prima notte in una tenda a Baja, prima di sfidare me stesso in una pedalata da record (180 KM) e di concedermi quattro giorni di riposo nella bella e turistica Budapest.
Il Danubio, poi, mi avrebbe scortato fino alla graziosa cittadina di Esztergom (l’antica Strigonio, per i Romani) e quindi fino al completamento del mio strambo progetto: sul ponte che segna il confine tra Ungheria e Slovacchia – tra le città sorelle di Komarom e Komarno – mi scattai l’ultima fotografia con in testa il panama acquistato in Serbia.
L’Ungheria – un paese estremamente accogliente e per certi versi anche incredibilmente chiuso ed isolato – era stata ufficialmente “completata”. In bicicletta.

_______________________________________________________________________________________________

22 Luglio, Sombor (Serbia) – Baja (Ungheria) | Giorno 51 🇷🇸 – 🇭🇺  |  VIDEO
Se 10 anni fa qualcuno mi avesse detto che, a 32 anni:
a) sarei diventato astronauta
b) avrei fatto carriera da paleontologo
c) avrei passato il confine Serbo-Ungherese, su una bici pieghevole, con un cappello di paglia in testa, e che mi sarei fermato, sulla strada verso Baja, in un posto che non so nemmeno pronunciare, che avrei trovato per caso un fiume e che mi sarei messo a giocare con dei bambini con cui davvero mi era impossibile comunicare …
Beh, avrei detto a quel tale che era chiaramente matto.
Ma con più probabilità, se avessi dovuto optare per una delle tre, penso che mi sarei messo a studiare le stelle.
O i dinosauri.

http://bicicladi.com/wp-content/uploads/2017/05/Video-confine-Ungheria.mp4


23 Luglio, Budapest (Ungheria) |
Giorno 52 🇭🇺
Il 16 giugno, dopo la lunga tappa Lubiana – Zagabria, mi ero ripromesso di non fare mai più una cosa del genere.
Invece oggi l’ho fatto di nuovo.
E ancora di più: 180 km.
Gli ironmen coprono la stessa distanza dopo aver nuotato e prima di correre una maratona, ma io non sono un ironman e questo – per me – è stato davvero incredibile.
Sono arrabbiato con me stesso perché forse ho osato troppo, e ho preso rischi stupidi, su strade cariche di traffico, per raggiungere la meta prima del buio.
Sono soddisfatto di me stesso perché sono riuscito a superarmi.
Sono felice con me stesso perché ci ho provato, e ce l’ho fatta.
E questa è la faccia di una persona che ha spinto i suoi limiti – fisici e mentali – ben al di là di quanto potesse immaginare prima, ed è riuscita ad arrivare a Budapest – solo il Signore sa come – esattamente prima che l’ultima luce del giorno se ne andasse.
Ed è anche la faccia di uno che adesso deve andare a cercare su E-bay un paio di chiappe nuove, in ogni caso.

POST: “BAJA – BUDAPEST IN 180 KM. LA VERA STORIA.“

[ 23 Luglio 2016 ] Budapest (Ungheria). Da qualche parte, al crepuscolo. 8,30 pm.

24 Luglio, Budapest (Ungheria) | Giorno 53 🇭🇺
Svegliarsi con la velocità di un macaco stordito.
Fare un brunch vegano con un amico che vive in città.
Cambiare ostello.
Poltrire fino alle 3 in una stanza senza aria.
Uscire a camminare.
Decidere che la parte turistica può aspettare.
Finire nella zona est, in un parco.
Trovare per caso un centro termale che sembra un museo.
Comprare l’entrata, pagandola uno sproposito rispetto agli standard finora tenuti.
Rimanerci 5 ore, facendo tutti i circuiti possibili.
Muovere i piedi nell’acqua a 40 gradi aspettando il buio, e l’orario di chiusura.
Terminare con un 100 misti a bomba.
Farsi cacciare dal bagnino.
Budapest, così, tutta d’un fiato.

[ 24 Luglio 2016 ] Budapest (Ungheria). Szechenyi Turdö. 10 pm.

25 Luglio, Budapest (Ungheria) | Giorno 54 🇭🇺
Quando entro in una nuova città cerco sempre un modo per nuotarci (se c’è un lago, un mare, un fiume, whatever), oppure per raggiungerne il punto più alto.
Oggi ho optato per la seconda opzione.
E ci sono rimasto un po’.

[ 25 Luglio 2016 ] Budapest (Ungheria). Citadella. 7 pm.

 26 Luglio, Budapest (Ungheria) | Giorno 55
Nuovi amici, grazie ad una bicicletta pieghevole.🇭🇺

[ 26 Luglio 2016 ] Budapest (Ungheria). Jaromir Bar. 8 pm.

27 Luglio, Budapest – Esztergom (Ungheria) | Giorno 56 🇭🇺
Un’avventura Danubiana.

Szob (Ungheria). In attesa del traghetto per attraversare il Danubio. 6,30 pm.

VIDEO
Una Basilica sconosciuta e gigantesca, un bel tramonto, un fiume placido, 2 ragazze che dicono “HELLO”, uccelli cinguettanti ovunque.
Questa è Esztergom.

http://bicicladi.com/wp-content/uploads/2017/05/Video-Esztergom.mp4


28 Luglio, Esztergom (Ungheria) – Komarno – Bratislava (Slovacchia) |
Giorno 57 🇭🇺 – 🇸🇰
All’ottavo Paese del mio viaggio – l’Ungheria – sono riuscito a completare uno dei miei ridicoli obiettivi: attraversare un intero Stato in sella ad una bicicletta pieghevole, senza utilizzare mezzi di sorta.
Mi ha accolto dopo aver lasciato un piccolo paese nel nord della Serbia, Backi Breg, e mi ha salutato sul ponte Danubiano che separa Komarom (ancora Ungheria) da Komarno (Slovacchia).
4 giorni sui pedali per passare Baja, Budapest ed infine Esztergom.
Lo so, non ho compiuto un’impresa epocale. Non ho attraversato né la Cina né il Canada, però nel mio piccolo mi ritengo soddisfatto.
Anche perché l’ho fatto fischiettando, con un cappello di paglia in testa ed una spiga di grano in bocca.
Köszönöm (grazie) Ungheria.

[ 28 Luglio 2016 ] Confine Ungheria – Slovacchia tra Komarom e Komarno. 3 pm.

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STATISTICHE UNGHERIA

KM in BICICLETTA: 350
KM in AUTOBUS: 0
NOTTI in OSTELLO: 6
NOTTI in OSPITALITÁ: 0
SPESE: 197 €

CURIOSITÀ

MONETA: Fiorino
“BUONGIORNO”: “Jó reggelt”
“GRAZIE”: “Köszönöm”

_______________________________________________________________________________________________

MAPPA DEI LUOGHI

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Baja – Budapest in 180 km. La vera storia.

Luglio 26, 2016 2368 Views

Punto la sveglia alle 7:01.
Ho tutto il tempo, così, per fare un bagno nel fiume, smontare la tenda, preparare lo zaino con calma, caricare la bici, riscaldarmi sotto la doccia, fare un’abbondante colazione in centro a Baja e poi comprare frutta e bevande varie per la tappa di oggi.
Non voglio partire troppo tardi, in ogni caso.

Risveglio in Campeggio
Risveglio in Campeggio

L’idea è di essere in strada entro le 9 di mattino, per evitare le ore più calde (sono previste punte di 40 gradi) e coprire senza troppi affanni i 95 km che mi separano dal paese di Dunavecse, a Sud di Budapest.
Lì cercherò un posto per dormire e mi riposerò in vista degli altri 80 km – domani – per raggiungere la capitale.

Dopo circa 25 km di pedalata traquilla, avvisto un cartello.
Staglia verde, ben visibile, sul lato destro della strada. Il mio.
Dice 155. Sono le 10:20.
Lì per lì non ci faccio molto caso, ma quello è soltanto il primo di una lunga serie.
Dopo altri 10 cartelli capisco che si tratta di segnali posizionati, ogni chilometro, per indicare la distanza progressiva da e per Budapest.

Al cartello numero 140 decido di fermarmi per una foto.
Mi sento fresco e riposato.
Ed è qui che succede qualcosa.

140
140

(Entrano Mente e Corpo)

M: “Hey, tu! Com’è?”
C: “Alla grande, perché? Si va che è un piacere stamattina. La scelta di partire presto è stata azzeccata, bravo.”
M: “Senti, pensavo … li hai visti questi cartelli? Mi stuzzicano troppo! Che ne dici di arrivare diretti a Budapest oggi?”
C: “Non fare scherzi, ok? Ti ricordi il mese scorso? Quel Lubiana – Zagabria che mi hai fatto fare tutto in una giornata? Ci eravamo promessi che non avremmo fatto mai più nulla di simile …”
M: “Sì, ma … non ti accende l’idea? Voglio dire, hai mangiato più di 30 km in meno di un’ora e mezzo. La strada è noiosa. Fa caldo, ma non troppo. E non sarebbe male provarci … Una bella storia da raccontare, e un giorno guadagnato da trascorrere in più a Budapest!”
C: “Amico, non se ne parla neanche. Tu e le tue diavolo di idee. Sta zitto, ok?”

110
110

Al cartello numero 110:

M: “Hey, laggiù … vuoi ancora che stia zitto?”
C: “Sì. Di grazia. Fammi questa cortesia, per favore.”
M: “Ok, ok. Volevo solo sapere una cosa. Come mai hai iniziato a spingere più forte sui pedali?”
C: “Ti sbagli. Non ho cambiato proprio nulla, sto andando alla stessa velocità di quando siamo partiti.”
M: “Ah, capisco. Mi sembrava … non sapevo che sapessi tenere i conti anche tu. Non ti sarà sfuggito, allora, che abbiamo fatto 30 km in poco più di un’ora e un quarto. Questo significa che stai spingendo più di prima. E, ti dirò di più, se riusciamo a mantenere una media di 20 km/h, a Budapest ci arriviamo in 5/6 ore.”
C: “La vuoi smettere? Ti ho detto che non se ne parla. Il lavoro sporco qui lo faccio io, ed ho solamente tenuto il ritmo che mi sento di tenere. La strada non è così difficile, e allora forse ti sembra che sto spingendo. Ma non è così, punto. E poi inizia a fare davvero caldo, voglio coprire più strada possibile prima che si schiatti. Arriveremo a Dunavecse poco dopo le 2, e una volta lì ti porto a fare il bagno da qualche parte. Ora, per piacere, lasciami in pace.”

80
80

Al numero 80:

C: “Hai visto? Come ti avevo detto … che ore sono?”
M: “Le 2 circa. Sei buffo con quella maglietta, sai? Bravo, comunque.”
C: “Per cosa?”
M: “Beh, quasi 100 km in mezza giornata. Sei forte, voglio dire. Peccato che tu ti voglia fermare, tuttavia …”
C: “Non ricominciare adesso! Ho fame. Parecchia. E tra poco verrà un acquazzone, vedi quelle nuvole laggiù?”
M: “Mamma che noia che sei! Comunque ok, fai quello che vuoi. Chissà che bello che sarà dormire a Dunavecse stanotte, eh?”

5 chilometri e più di mezz’ora dopo, seduto nell’unico bar avvistato a Dunavecse:

C: “Invece di darmi del noioso, vedi di non farmi più sbagliare strada …”
M: “Hai ragione, scusami. La viabilità qui è tutta un casino. Ad ogni modo, la pioggia mi ha rinfrescato un poco … non ti senti meglio anche tu?
C: “Sì. Però ora ho soltanto molta fame. Spero che ci portino da mangiare in fretta, altrimenti finisce che mi addento un braccio!”
M: “Bella questa Dunavecse, vero?”
C: “Me la immaginavo meglio, in effetti … credi che la storia di Budapest in una giornata sia ancora fattibile?”
M: “Oooooh … certo! Non sono neanche le 3! Te l’ho detto, se riuscissimo a tenere la media di stamattina, 80 km li copriamo in 4 ore e arriviamo in città in tempo per vedere il tramonto!”
C: “Hm, smettila di parlare al plurale … maledetto tu e le tue idee … comunque va bene, ci provo, sei contento?!”
M: “Bravo ragazzo! Lo sapevo! Lo sapevo che non mi avresti deluso!”

50
50

Al numero 50:

M: “Hey! Come procede?”
C: “Benone. Stanco, sì, ma ce la faccio. Non preoccuparti. Mi spaventano soltanto queste auto, hai visto come sfrecciano adesso?”
M: “Ho notato … ci stiamo avvicinando alla capitale, ed è sabato. Si vede che è tutta gente che rientra dopo una giornata all’aperto, ed è ansiosa di arrivare a casa per cena.”
C: “Sì, però, c****! Che andassero più piano! E se deviassimo per la ciclabile del Danubio?”
M: “Possiamo provarci, ma dobbiamo trovarla … e poi allungheremmo il percorso di circa una ventina di chilometri ancora … sei sicuro di farcela?”
C: “Ehm … no, non credo. Farò già molta fatica a terminare questi 50. Rimaniamo su questa statale, anche se è stupido. Ormai la voglio chiudere. Tu resta all’erta e mantienimi diritto!”

20
20

Al numero 20, 1 litro di Coca Cola ed un gelato dopo:

C: “Amico, che ore sono?”
M: “Le 7 passate … come ti senti?”
C: “Non sento più le chiappe e credo di avere uno sguardo allucinato, ma per il resto bene. La sosta in gelateria ha giovato. Tu? Che dici?”
M: “Dunque … abbiamo rallentato, ma era naturale. Col vento contro non credo sia nemmeno molto facile andare più veloce di così. Ma non preoccuparti, ho già rimediato un posto per dormire stanotte, quindi non abbiamo fretta. Arriviamo quando arriviamo. Tu vai tranquillo, ok? Cerca di stare il più possibile al margine della strada, e continua in questo modo. Ce la faremo.”
C: “Ok. Bene. Mi raccomando, ho bisogno di te adesso. Non mollarmi. E scusami se ti ho dato del “maledetto” qualche ora fa.”
M: ” Tranquillo, ti capisco. Ti conosco. Testa bassa e concentrati. Dovremmo avvistare la periferia di Budapest a breve … forza!”

Budapest
Budapest

Al numero zero (figurato), con la collina di Buda alle spalle:

M: “YEEEE! Arrivati! Siamo stati grandi!”
C: “Siamo? Siamo?!?!”
M: “Eh sì … credi che ce l’avresti fatta senza di me?”
C: “Hai ragione, scusami … è che davvero non mi sento più neanche le dita dei piedi! Tutta colpa tua comunque, come al solito! La prossima volta che ti viene in mente un’idea del genere, tappati la bocca!”
M: “Oh ma che malmostoso che sei! Siamo qui. Ce l’abbiamo fatta. Non sei felice? Goditi il tramonto ed una birra, te la sei meritata!”
C: “Posso? Che ore sono? L’ostello è qui?”
M: “Ehm … le 20.30 … e … ehm … no, non è qui … qui siamo a Budapest Sud …”
C: “Vuoi dirmi che …? Quanto manca ancora?!”
M: “Poco … le mappe dicono 3 chilometri, forse 4 … che vuoi che siano ormai?”
C: “Sei senza vergogna, sappilo! Ma, ad ogni modo, grazie.”
M: “Per cosa?”
C: “Per questo. Dillo che, in realtà, non volevi altro che vedere il tramonto a Budapest. E sapevi che, facendolo dopo una giornata del genere, è qualcosa che diventa una memoria impagabile …”
M: “Non lo nego. Allora anche tu mi conosci un poco, eh? E tutto quel cinema che hai fatto, allora?”
C: “Mi piace giocare, lo sai. E sei divertente in fin dei conti. Mi fai fare delle mattate, alle volte, ma non posso dire che non valga la pena di farle …”
M: “Grazie, amico.”
C: “Possiamo andare, adesso? Mi è tornata voglia di pedalare …”
M: Tu sei tutto scemo … lo sai, vero?”
C: “Siamo, non sono. Siamo. Ed è bello così!”

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