Quante domande mi ponevo, quel giorno, mentre abbandonavo in fretta e furia la Cambogia e mi apprestavo a varcare il confine col Vietnam.
Come sarà il traffico di Ho Chi Minh? E le montagne di Da Lat? Varrà la pena pedalare fino a Nha Trang? Che cos’è la festa del “TET”? Le previsioni meteo per la costa del Sud? Sarà davvero così bella come dicono, la piccola Hoi An?
Le risposte non sarebbero tardate ad arrivare …
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24 Gennaio, Phnom Penh (Cambogia) – Ho Chi Minh (Vietnam) | Giorno 237 🇰🇭 – 🇻🇳
Si sta(va) come d’autunno sugli alberi le foglie.
Ed è subito Vietnam.

25 Gennaio, Ho Chi Minh (Vietnam) | Giorno 238 🇻🇳 – VIDEO
Una delle cose più eccitanti e pericolose che abbia mai fatto in vita mia:
andare in bicicletta ad Ho Chi Minh (o Saigon)!
26 Gennaio, Ho Chi Minh (Vietnam) | Giorno 239 🇻🇳
Un po’ Shanghai, un po’ Manama, un po’ Calatafimi (ma senza la bellezza delle colline siciliane e dell’isola intera).
Una città frenetica, sguaiata, rumorosa, inquinata, dove tra le attrazioni principali c’è un rifacimento impietoso, quasi esilarante, della Cattedrale di Notre Dame.
Ma una città che vanta una storia importante, seppur tragica, ed uno charme tutto suo, capace di conquistare.
Ci sono posti belli a Ho Chi Minh City?
No, neanche uno.
Ci sono storie che valgono a Ho Chi Minh City?
Sì, tante.
Alcune che non vorresti scoprire mai.
Ma le conosci già, e quindi non puoi fare a meno che andare a incontrarle.

27 Gennaio, Da Lat (Vietnam) | Giorno 240 🇻🇳
Qualcuno sa come si dice “Otto Mesi” in Vietnamita?
No perché io non ne ho la minima idea.
Eppure oggi, che è pure l’ultimo giorno dell’anno in Cina e da queste parti … sì, ne compio otto!
Così ho girato la ruota e provato a darci un nome. A intonare un suono che fosse diverso dallo stonato e confuso Ho Chi Minh.
Ed è venuto fuori qualcosa che per ora alle mie orecchie – ed ai miei occhi – giunge come il canto leggero di un pettirosso, nascosto solitario in un bosco di abeti, in una fresca mattina di primavera.
Otto mesi, in Vietnamita, per me non è altro che questo: Da Lat.

28 Gennaio, Da Lat (Vietnam) | Giorno 241 🇻🇳
In Laos, alle cascate – soprattutto a quelle, meravigliose, di Tad Lo – ci si accedeva attraverso sentieri scivolosi in terra e fango, c’erano elefanti che vi si bagnavano la proboscide e bambini – oltre che giovani monaci buddhisti – che vi trascorrevano le ore tra tuffi, schizzi e risate, incuranti del domani.
In Vietnam, alle cascate – per lo meno a quelle, meravigliose, di Datanla – si può arrivare in meno di due minuti sedendosi sopra dei carrelli meccanici, risparmiando ogni tipo di fatica, gli elefanti sono rimpiazzati da bar e cabinovie, ed il rumore dei bambini che giocano lascia spazio a quello delle pose e dei click fotografici, spesso di turisti dallo sguardo indifferente, incuranti del presente.
Come molti dicono, da queste parti: same same, but different.

29 Gennaio, Da Lat (Vietnam) | Giorno 242 🇻🇳
“Quindi hai deciso che domani ci provi? Da Lat – Nha Trang in un giorno?”
“Sì.”
“Sono 145 chilometri, lo sai vero? E qui intorno ci sono le montagne, lo sai vero?”
“Sì. Ma qui siamo a 1500 metri di altezza, e Nha Trang è sul mare. Quindi in teoria poi dovrebbe esserci anche qualche discesa.”
“Ah, ok. Scommetto allora che ti sei preparato alla perfezione oggi!”
“Oh, sì. Tantissimo.”

30 Gennaio, Da Lat – Nha Trang (Vietnam) | Giorno 243 🇻🇳
Da Lat – Nha Trang: 140 chilometri in tre, semplici parti.
Parte 1: l’uscire dalla città, lo zigzagare tra i motorini folli, lo scoprire viuzze sconosciute durante il loro risveglio ed il ridere di un “ALT!” inaspettato; quindi una strada scenica e dura; 55 chilometri di diabolici su (a tratti percorsi a piedi) e giù attraverso alpeggi simil-Dolomitici, sommerso dagli “Hello!” dei Vietnamiti su due ruote e circondato da montagne, pini e profumo di pigne.
Parte 2: un Passo a 1600 metri nascosto da una nebbia apocalittica, con temperature di poco superiori allo zero ed una banda di ragazzi incuriositi; poi 30 chilometri con 1500 metri di dislivello negativo; una discesa infinita ed incredibile, tra cascate e tornanti vertiginosi, durante la quale credo di non aver pedalato quasi mai, divertendomi come un bambino e ricordando tutte le volte giù dal Falzarego insieme a papà.
Parte 3: pianura e villaggi al principio, pianura e città alla fine; risaie verde smeraldo e poi una distesa di suoni e palazzi fino a raggiungere il mare; 55 chilometri coperti con una facilità tale – forse per via dell’adrenalina ancora vibrante – che per un attimo ho pensato di essere diventato un supereroe. Fino a quando non ho visto un ragazzo Asiatico, cicloviaggiatore a sua volta e carico di borse da ogni parte, dirigersi in direzione opposta alla mia, deciso ad affrontare anch’egli quei 30 chilometri di libidine assoluta … ma in salita.
Morale: dopo sette giorni circa, eccolo, finalmente … il bello del Vietnam.
E, dopotutto, non dovevo far altro che tornare ad andare in bicicletta.
DURANTE LA PEDALATA
“Chissà che caldo avrai a pedalare in Vietnam …”, mi dicevano.
“… e chissà che entusiasmo!”, mi dicevano.

31 Gennaio, Nha Trang (Vietnam) | Giorno 244 🇻🇳
Nella cittá di Nha Trang ci sono talmente tanti Cinesi e Russi in vacanza che sembra quasi di essere finiti in un sobborgo di Shanghai o di Mosca, di Nanjing o di Novosibirsk.
L’aria che si respira, tuttavia, complice anche una fresca brezza marina che nel pomeriggio si trasforma in impetuoso vento, rimane decisamente piacevole e frizzante.
Probabilmente fra 10 anni sarà devastata da cemento e costruzioni e finirà di diritto nel tritacarne che molti invece venerano come progresso, crescita ed evoluzione.
Per il momento, però, posso dire che non è di certo il luogo più bello che abbia mai visto … ma nemmeno il più brutto.
Anche se da queste parti, ogni volta che si osserva il mare e si ascolta il ruggito dell’oceano, è davvero difficile non pensare alle migliaia di profughi che per anni tentarono di sopravvivere fuggendo al di là delle onde – per questo chiamati “Boat People” – e di cui, per larga parte, non si seppe mai più che fine fecero.

1 Febbraio, Nha Trang (Vietnam) | Giorno 245 🇻🇳
A Nha Trang piove.
A Nha Trang c’è il Tet.
Che cosa significa?
Sostanzialmente che:
A) Non hai nulla da fare;
B) Ti trovi nel pieno di una settimana di festa dovuta al capodanno lunare Cinese (festeggiato anche qui in pompa magna); ergo, non esiste un letto libero a prezzo ragionevole in nessun ostello / albergo della città e tutto – anche un semplice caffè – costa quasi il doppio di quanto costerebbe di solito.
Quindi … come passare la giornata? Che programmi definire? E dove dormire?
Ebbene, puoi impacchettare le tue robe alla bell’e meglio, seguendo il flusso di quello che ancora non ti è dato sapere.
Puoi tirare fino a pranzo con Alex e Fulvio, due simpatici ragazzi italiani incontrati ieri, gustando un pranzo a base di tagliatelle e affogato al caffè che Alex desidera altresí offrirti.
Puoi trascorrere un altro pomeriggio di risate e racconti in compagnia di Katya e Anssi, due viaggiatori (russa lei, finlandese lui) incontrati ad Ottobre in ostello nel gelo inquinato di Ulaanbaatar – dove eravate i soli avventori ed avete condiviso peripezie ed ansie dovute alla richiesta del visto per la Cina – diventati ben presto amici e che si trovano ora, per pure coincidenze, sotto il tuo stesso identico cielo.
Puoi pedalare fuori dal centro, facendo visita a Vicki e Chris, una coppia canadese – entrambi viaggiatori di lunga data e residenti temporaneamente in Vietnam – conosciuta poche ore prima per il tramite di un’amicizia comune, che subito ti offre un divano su cui poter dormire per tutti i giorni di cui puoi aver bisogno e che fin dal primo istante non lesina sui sorrisi, sugli aiuti e sugli abbracci più sinceri.
Pur sotto la pioggia, circondato da turisti e nel mezzo di imprevisti e soluzioni da trovare … finisce che vivi, così, uno dei giorni di viaggio più pieni e gioiosi in assoluto.
E, come sempre, per via delle persone.
2 Febbraio, Quy Nhon (Vietnam) | Giorno 246 🇻🇳
“Pedalare sulle coste centrali o nel Nord del Vietnam è un’esperienza assolutamente da non perdere”, devo aver letto da qualche parte.
Peccato che nel centro del Vietnam piova quasi incessantemente da quasi due mesi, e il Nord sia decisamente lontano.
E pensare che a quest’ora potevo essere ancora sulle spiagge bianche della bella isola di Koh Rong …

3 Febbraio, Quy Nhon (Vietnam) | Giorno 247 🇻🇳
Tra le altre cose, impossibili da mettere in foto:
– spira un docile vento che fa turbinare il manubrio, quando si pedala troppo velocemente;
– non esiste un negozio di dolci in tutta Quy Nhon, o almeno io non l’ho trovato;
– proprio lì, pochi metri dietro di me, gli altoparlanti di un bar da spiaggia suonavano in loop dei motivetti lirici … tra cui un’interminabile ed impietosa versione di “Für Elise” rifatta al clarinetto;
– dicono di aver avvistato un paio di squali, nelle acque non lontane da qui, un po’ piú al di là delle onde marroni.
Ah, l’amarismo.

4 Febbraio, Hoi An (Vietnam) | Giorno 248 🇻🇳
Che cosa chiedi ai ragazzi che lavorano alla reception del tuo nuovo ostello, dopo mezza giornata di viaggio in autobus per lasciare la pioggia incessante di Quy Nhon, dopo un’ora di dolce pennica ed un risveglio pomeridiano colorato sorprendentemente dal sole?
“Scusa, mi sai dire qual è il luogo migliore in città … per bere una birra in santa pace e poter guardare il tramonto?”
Che è forse dal Laos che non ne vedi uno completo.
E che Hoi An, per quanto apparentemente bella, può anche aspettare.

5 Febbraio, Hoi An (Vietnam) | Giorno 249 🇻🇳
Nella Foto A potete vedere, in sequenza:
– Una mamma che sorregge il proprio figlio, divertito e allo stesso tempo spaventato dalle onde, infondendogli coraggio;
– Un bambino che rassicura la propria mamma, stringendole la mano con sguardo fiero e libero verso l’ignoto;
– La spiaggia di Hoi An;
– Il mare incazzato del Vietnam;
– La terza città più grande del paese, Da Nang.
Nella Foto B potete vedere: Zio Vietnam.
6 Febbraio, Hoi An (Vietnam) | Giorno 250 🇻🇳
Leggo e cito una guida:
“La graziosa e storica Hoi An è la cittadina più suggestiva e deliziosa del Vietnam. Una volta importante porto, vanta una grande architettura ed un’accattivante posizione lungo il fiume che si addice al suo patrimonio da sito UNESCO, ove le maledizioni relative al traffico ed all’inquinamento del 21° secolo sono quasi del tutto assenti.
Il volto del centro storico ha conservato la sua incredibile eredità fatta di traballanti case mercantili giapponesi, templi cinesi ed antichi magazzini di tè – anche se, naturalmente, le abitazioni dei residenti e le risaie sono state gradualmente sostituite da imprese turistiche, lounge bar, boutique hotels, agenzie di viaggio, sartorie e negozi di ogni sorta che sono parte integrante dell’odierna scena di Hoi An.”
Preciso.
Raramente ho visto una concentrazione di turismo così elevato, tutto racchiuso in letteralmente una ridotta manciata di vie; forse solo Venezia, Praga ed il fintissimo centro storico di Lijiang in Cina raggiungevano numeri tanto alti.
Tuttavia oggi, mentre mi aggiravo lentissimo e ramingo per le coreografiche viuzze di Hoi An, non ho percepito nessun tipo di fastidio o disturbo, e nemmeno quel solito desiderio di isolamento che spesso mi accade di avvertire in questo genere di situazioni.
E osservando pazientemente questi colori, credo che sia davvero molto semplice intuirne il motivo.
7 Febbraio, Hoi An (Vietnam) | Giorno 251 🇻🇳
Doveva essere l’ultimo giorno ad Hoi An, e così ho deciso – visto il sole, il caldo ed il cielo azzurro – di trascorrerlo al mare, lungo la spiaggia che avevo già visitato due giorni fa.
Zero vento, mare tiepido ed accogliente, palme e noci di cocco a perdita d’occhio ed un piatto di noodles con gamberetti (a 3 dollari) da libidine imperiale.
Tutto molto bello.
Fino a quando, però, un’onda furibonda non ha deciso di sommergermi – con tutta la mia roba – mentre ero disteso e sonnecchiante sul bagniasciuga, dopo un classico attacco postprandiale.
Il fatto che avessi stupidamente lasciato il telefono al di fuori dello zaino dove è solito stare ha spento sul nascere la mia istintiva risata.
Dispositivo funzionante, ma danneggiato e con batteria fuori uso (questo post arriva da computer) … ergo, inutilizzabile.
Un giorno in più ad Hoi An per cercare di sistemarlo, a scanso di miracoli, sarà d’obbligo.
Le due considerazioni di oggi pertanto sono:
– Ecco cosa succede quando si schiaccia una pennica di fronte ad un mare di cui non si conoscono le maree;
– Anche l’essere “disconnesso” per un poco, dopo lungo tempo, si presta ad essere come un’inattesa, divertita e – ahimè – dimenticata forma di … libidine imperiale.

8 Febbraio, Hoi An (Vietnam) | Giorno 252 🇻🇳
Ore 17.00: la prima fotografia scattata in questo viaggio … con il telefono.
Redivivo, con mia grande sorpresa, e apparentemente come nuovo.
Pronto così a lasciare Hoi An, la bella.

9 Febbraio, Da Nang (Vietnam) | Giorno 253 🇻🇳
Quand’è che le previsioni buttano pioggia per un’intera settimana?
Quando io decido di tornare a pedalare.
Vietnam, I love you sooooooo much too!

POMERIGGIO
Dopo più di due mesi in sud – est asiatico ho capito che mi manca molto una cosa davvero banale, che ho sempre dato per scontata: il cambio di stagioni.
Qui le uniche cose che cambiano sono: il colore del cielo (temperature e umidità rimangono pressoché costanti ovunque), l’intensità della pioggia, la mia barba e – alle volte – le mie generosissime occhiaie.

10 Febbraio, Da Nang (Vietnam) | Giorno 254 🇻🇳
Facilmente distinguibili, in questa foto:
a) il Dragone Colorato di Da Nang
b) il famoso Ponte, simbolo della città
MAPPA DEI LUOGHI
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