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Monthly Archives: Settembre 2016

L’ISOLA DI OLKHON

Settembre 30, 2016 2998 Views

Una leggenda dei Buriati – il popolo che abita da secoli le terre Siberiane nei pressi del Lago Baikal – narra di un uomo dell’Isola di Olkhon che aveva dei poteri sovrannaturali.
Un giorno quest’uomo decise di trasformare i suoi 3 figli maschi in 3 aquile, permettendo loro così di essere liberi di volare ovunque, a patto che mai, e per nessun caso, osassero cibarsi di carne morta. I 3 ragazzi, felici di poter sfruttare la loro nuova estrema libertà, giurarono al padre che avrebbero mantenuto la richiesta, ed iniziarono a scoprire l’isola. Sul far della sera, però, sperduti ed affamati, trovarono soltanto un animale morto e così se ne nutrirono. Quando il padre lo venne a sapere, offeso ed adirato, tramutò i 3 sventurati in 3 rocce e li scaraventò nel Lago.
Da allora, queste tre rocce sorvegliano il lato occidentale dell’Isola dei pressi di Capo Khoboy, e mai più – come carne morta – sarà loro permesso di muoversi.

Non conoscevo questa leggenda, e con sincerità devo dire di averla appresa solo poche ore fa, mentre ricercavo notizie e storia del luogo dove ho avuto la fortuna di rimanere per alcuni giorni, tornandone stregato.
Non leggo mai molto a riguardo di una meta, prima di recarmici.
So di commettere un errore, così facendo, ma è anche vero che mi è più facile stupirmi – o meno – se le mie sensazioni non vengono precedentemente contaminate da aspettative di alcun tipo.

Nel mio secondo giorno sull’isola, dopo essere stato accolto – complice il fumo di un incendio a centinaia di chilometri di distanza – da un’atmosfera apocalittica e da silenzi surreali, spintomi a Nord col desiderio di esplorarla, ho scattato una fotografia ad una roccia le cui linee ed i cui spigoli tanto mi ricordavano le sembianze di un uomo barbuto ed imbronciato.
Quando ho letto della storia relativa alla Roccia dei Tre Fratelli, per un attimo ho sobbalzato; senza saperlo, eccolo lì.
L’avevo immortalato, il maggiore dei Tre.

Uno dei Tre Fratelli
Uno dei Tre Fratelli
Traghetto Estivo
Traghetto Estivo
Kuzhir, nel fumo
Kuzhir, nel fumo

Molte altre sono le leggende legate a questa terra che sembra vivere di un’armonia tutta sua, lontana dalla civiltà ed al contempo sempre più messa a repentaglio.

Per raggiungerla serve impiegare 7 ore – se va bene – di trasferimento da Irkutsk.
D’estate, o comunque quando il lago lo permette, l’unico collegamento è offerto da due piccoli traghetti che fanno la spola di continuo, garantendo spazio solamente per una dozzina di auto cadauno. Quando uno o due autobus vengono imbarcati, riempiono tutto e costringono le automobili dei turisti fai-da-te ad attendere il proprio turno; in alta stagione, talvolta, fino a due giorni impietosi di attesa.
Prendere o lasciare, this is Russia.
D’inverno, quando le acque cristalline del Baikal gelano, il ghiaccio – che può raggiungere anche i due metri di spessore – diventa un’autostrada gigantesca per ogni tipo di mezzo locomotore. Vengono installati segnali luminosi e corsie di marcia, ed è magnifico soltanto pensarlo.

Olkhon misura circa 70 chilometri ed è una delle isole lacustri più grandi del mondo; al suo interno prosperano specie animali e vegetali uniche al mondo e vi sorgono montagne, foreste, taighe, deserti, altri piccoli laghi e rari insediamenti umani.
Il principale, Kuzhir, posizionato alla metà esatta dell’isola, è un paesello di case di legno e polvere dove vivono circa 1000 abitanti – di cui la maggior parte Buriati – abituati da generazioni a sopravvivere in questo clima difficile e spesso implacabile: brevi estati aride si alternano a lunghi inverni micidiali, con temperature che possono arrivare fino a meno 40 gradi centigradi.
Al contrario di quanto si possa credere, le precipitazioni sono assai scarse – in tutte le stagioni – ed è forse questo il tratto distintivo di maggior interesse, dal momento che i colori della natura e dei cieli sono più o meno immutati da oltre 25 milioni di anni (studi recenti asseriscono che il Baikal sia il lago più profondo, più voluminoso – in termini di capienza idrica – ed antico del pianeta).

L’aria fosca e fumosa che ha accarezzato i miei occhi fin dal primo giorno non se ne è quasi mai andata, nemmeno a incendio domato (stando alle notizie in arrivo da Mosca).
Soltanto a tratti il vento è riuscito a spalancare le vedute delle montagne Siberiane in lontananza, alleviando la mia sensazione – quanto mai piacevole, tuttavia – di essere stato catapultato in un’altra dimensione, in un romanzo gotico, in un paesaggio lunare, o in un ricordo sbiadito, come quello di un sogno dai contorni confusi.

Sciamanesimo
Sciamanesimo
Capo Khoboy
Capo Khoboy
La Zanna
La Zanna

I Buriati sono legati, da sempre, a credenze sciamaniche.
Così come i loro antenati, rispettano la natura e ricercano un modo di vivere in simbiosi con essa, sebbene non sia facile crederlo viste le varie distese di spazzatura esistenti – non esiste un vero e proprio sistema di smaltimento rifiuti sull’isola – e gli scenari da turismo poco sostenibile che si prospettano nei prossimi decenni.
Il numero di viaggiatori e vacanzieri, provenienti da ogni parte del globo, che visitano il Baikal – ed Olkhon in particolare – è in costante ed esponenziale crescita, ogni anno.

Piccole guesthouses a gestione familiare è possibile che lascino spazio, a poco a poco, a hotel di diverse dimensioni e ad un’industria che tendenzialmente non è il partner ideale al concetto di simbiosi con la natura e a credenze sciamaniche, gialle o nere che siano.

La Spiaggia Solitaria
La Spiaggia Solitaria
La Vecchia Betsy e la Roccia dello Sciamano
La Vecchia Betsy e la Roccia dello Sciamano
Silenzio e Pensieri
Silenzio e Pensieri
Shamanka
Shamanka

Il turismo di massa – soprattutto quello Cinese – è già arrivato, e si temono invasioni da qui a pochi anni, con tutti i pericoli ad esse legati.

Tuttavia la Roccia dei Tre Fratelli, la Roccia dello Sciamano, le spiagge immacolate, le scogliere taglienti, i nastri variopinti dei Buriati appesi agli alberi, le pianure silenziose, le acque chiare ed i cieli cosparsi di visioni, sostanzialmente, non lo sanno.
O forse, solamente, se ne infischiano.

Ricordano soltanto che il sole torna ogni giorno a tramontare e a sorgere di nuovo, incurante di tutto questo.
Ogni volta con tinte diverse, una più spettacolare dell’altra, tanto che, in questo luogo, risulta impossibile poter eleggere un vincitore tra tramonti ed albe.
Sempre che, così come accade da oltre 25 milioni di anni, in mezzo a tanta bellezza, se ne riesca a intuire la differenza.

I Cinesi
I Cinesi
Tramonto Rosso
Tramonto Rosso
Alba verso la Buriazia
Alba verso la Buriazia

I MIEI PRIMI 100 GIORNI

Settembre 17, 2016 2212 Views

Che cosa ho fatto nei miei primi 100 giorni?

Potrei scrivere migliaia di verbi, di sostantivi, di aggettivi … di parole diverse.
Ma, molto banalmente, ho fatto questo.

Peschiera del Garda (Italia)
Peschiera del Garda (Italia)

Ho salutato i miei genitori, Anna e Vanni, lasciando Rho in sella ad una bicicletta.
Ho preso una metro fino alla Stazione Centrale di Milano, quindi un treno fino a Palazzolo sull’Oglio, dove ho trovato Alberto e Michela.
Ho pedalato fino a Concesio, dove sono rimasto la prima notte e dove ho trovato Ilenia, Paolo, Marinella, Paolo e Filippo.
Ho pedalato per Brescia dove ho trovato Alex, Cristina, Alice, Chiara, Daniela, Daniele, Sara, Giambattista, Marisa, Tiberio, Camilla, Emma, Elisa, e poi fino a Botticino Sera, dove sono rimasto 1 notte ospite di Matteo e della sua famiglia.
Ho pedalato da Brescia a Verona, trovando sulla strada Monica, Enrico, Simona, Adel, Claudia ed in serata Salvatore, che mi ha ospitato per 1 notte.
Ho trascorso una giornata a Verona, dove ho trovato Alexandra e poi ho preso un treno fino a Mestre, dove sono rimasto 2 notti ospite da Stefano e ho trovato Camilla, Francesca, Marco B, Marco V, Massimo S, Massimo B, Francesca C, Marco C, Renato e Carlo.
Ho preso un treno fino a Gorizia, dove sono rimasto 3 notti ospite a casa di Aurora e dove ho trovato Giulia, Angelo, Liliana e Camilla.
Ho pedalato fino a Most na Soci (Slovenia) e preso un treno fino a Bohinj (Slovenia), dove sono rimasto 2 notti e ho trovato Sabrina.
Ho preso un auto con Sabrina fino a Lubiana (Slovenia), dove ho alloggiato 1 notte ospite di Robin e poi in ostello per altre 4 notti, dove ho trovato Kyla, Geri, Jelena, Anja e David.
Ho pedalato fino a Zagabria (Croazia), dove sono rimasto 2 notti e ho trovato Milena e Diana.
Ho preso un autobus fino a Zadar (Croazia), quindi un passaggio per Vir (Croazia), dove sono rimasto ospite 2 giorni da Ida e ho trovato Jiri, Jakub, Michal, Jana ed i piccoli Filip e Radje.
Ho preso un autobus fino a Mostar (Bosnia), dove sono rimasto 2 notti e ho trovato Rodrigo e Dino.
Ho preso un autobus fino a Sarajevo (Bosnia), dove sono rimasto 3 notti e ho trovato Ivan, Vedran, Anja, Zoe, Connor, Tori, Antoni, Maria, Sabrina, Sue, Paula, Isabel e Sejla.
Ho preso un autobus (sul quale ho trovato Giovanni) fino a Belgrado (Serbia), dove sono rimasto ospite 6 notti da Milica e sua madre Svetlana e dove ho trovato Carlos, Teodora, Bane, Aleksandra, Luciano e ho giocato a pallone coi piccoli Vlada, Pavle, Luka, Darko e Gruje.

Bohinj ( Slovenia)
Bohinj (Slovenia)
Vir (Croazia)
Vir (Croazia)
Belgrado (Serbia)
Belgrado (Serbia)

Ho preso un autobus fino a Nis (Serbia), dove sono rimasto 3 notti e ho trovato Bojana, Nenad e Bosko.
Ho preso un treno fino a Dimitrovgrad (Serbia), quindi pedalato fino a Sofia (Bulgaria) dove sono rimasto 2 notti ed ho trovato Diana, Lilia, Vincent, Taylor, Bec, Murat e Ana.
Ho preso un autobus fino a Bucharest (Romania), dove sono rimasto 1 notte ed ho trovato Elona ed i Bambini dell’ospedale pediatrico Marie Curie.
Ho preso un treno (sul quale ho trovato Tom) fino a Sibiu (Romania), dove sono rimasto 2 notti e ho trovato Tom (ancora), Mark, Harry e Adrian.
Ho preso un autobus fino a Timisoara (Romania), dove sono rimasto 1 notte e ho trovato Anoes, Geertje e Max.
Ho preso due treni ed un autobus (sul quale ho trovato Rosa) fino a Tuzla (Bosnia), dove sono rimato 2 notti e ho trovato Sejla.
Ho preso un autobus per tornare a Belgrado (Serbia), dove sono rimasto altre 3 notti e ho trovato Milica e Carlos (ancora), e poi Patricia, Enes, Shahin e Miki.
Ho preso un autobus per Novi Sad (Serbia), dove sono rimasto 4 notti ospite del Dunavski Rafting e ho trovato Sanja, Alexander (Il Capitano), Yugo, Maja, Alenya, Marko, Bojana, Lidia e Soren.
Ho pedalato fino a Sombor (Serbia), dove sono rimasto 1 notte e ho trovato Predrag, Maja e Ivanka.
Ho pedalato fino a Baja (Ungheria), dove sono rimasto una notte e ho trovato Sascha e Luciana.
Ho pedalato fino a Budapest (Ungheria), dove sono rimasto 4 notti e ho trovato Federico, Ruben, Caroline, Paula, Kike, Zoltan, Alannah e Laura.
Ho pedalato fino a Erztegom (Ungheria), dove sono rimasto 1 notte e ho trovato Attila e Dorottya.
Ho pedalato fino a Komarno (Slovacchia) e preso un treno (su cui ho trovato Dalma) fino a Bratislava (Slovacchia), dove sono rimasto 2 notti e ho trovato Jasmin e Kaushik.
Ho preso un autobus fino a Praga (Repubblica Ceca), dove sono rimasto 3 notti e ho trovato Ida, Jana, Michal e Jakub (ancora, gli amici di Vir), e poi Polina, Kawa, Nader, Tommy e Davide.
Ho preso un autobus fino a Wroclaw (Polonia), dove sono rimasto 9 notti ospite dai miei amici Sandra e Tom e ho trovato i loro figli, Gael e Mauro, e poi Adam, Piotr e Amalia.
Ho preso un autobus fino a Varsavia (Polonia), dove sono rimasto 3 notti e ho trovato Johnny, Magda e Artiom.
Ho preso un aereo per Atene (Grecia) e quindi un traghetto fino a Sifnos (Grecia), dove sono rimasto 9 notti e ho trovato Orea, Siham, Isis, Makis, Marianna, Dominique, Monica, Sarah, Andonis, Lisa e Nourya.

Enona e Cristian (Bucharest)
Enona e Cristian (Bucharest)
Novi Sad (Serbia)
Novi Sad (Serbia)
Praga (Rep. Ceca)
Praga (Rep. Ceca)
Wroclaw (Polonia)
Wroclaw (Polonia)
Sifnos (Grecia)
Sifnos (Grecia)

Ho preso un traghetto per Atene (Grecia), dove sono rimasto 1 notte e ho trovato Enrico e Kostas e quindi di nuovo un volo per Varsavia (Polonia), dove ho trovato Asia e Valentina.
Ho preso un autobus fino a Vilnius (Lituania), quindi un autobus notturno fino a Riga (Lettonia), dove sono rimasto 2 notti e ho trovato Ieva.
Ho pedalato fino a Salacgriva (Lettonia), dove sono rimasto 1 notte e ho trovato Ieva (ancora).
Ho pedalato fino a Parnu (Estonia), quindi ho preso un autobus fino a Tallinn (Estonia), dove sono rimasto 3 notti e ho trovato Niamh, Diana, Bojana, Cleopatra, Francesca e Diletta.
Ho preso un autobus fino a San Pietroburgo (Russia), dove sono rimasto 5 notti e ho trovato Masha, Katya, Viktoria, Alex, Yana, Lena, Olga, Tanja, Anja, Sofia, Max, Enrico e Yulia.

Salacgriva (Lettonia)
Salacgriva (Lettonia)
San Pietroburgo (Russia)
San Pietroburgo (Russia)

Poi ho preso un treno fino a Mosca (Russia), ma da qui in avanti siamo al giorno 101.

E incomincia tutta un’altra storia.

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